tratto da “La Sostenibile Pesantezza dell’Avere” (2014) – Capitolo Dopo il Due Prima del Tre
Ok, questo parlare di cibo mi ha messo fame.
Più di quanta ne avessi prima.
Avrei proprio voglia di una di quelle ricette segrete della mia nonna materna da parte di
padre.
Sennò anche una brioches va bene.
Ma brioches al singolare la vorrà la “s”?
E se si, perché?

A questo proposito, mi viene in mente un aneddoto sulle brioches.
Forse di un mese fa.
O di un paio di anni fa.
Ad ogni modo, era sicuramente dicembre perchè mi ricordo gli ombrelloni e il caldo torrido.
Eravamo io e Lucilla, la mia fidanzata inconsapevole.
Mi ricordo che entrammo in un bar.
Ci accolse una ragazza sui venti, quindi coi capelli tutti spettinati.
“Volete un tavolo?” ci chiese.
“Si grazie, per due…”
“Lo incarto?”
“No, mangiamo subito.”
Mentre la ragazza andava a scaldare il nostro tavolo in ciliegio, ci sedemmo su uno
sgabello.
Poi accorgendosi che probabilmente saremmo stati più comodi, ci sedemmo su due
sgabelli.
Uno a testa.
Uno in coda.
La ragazza tornò, visibilmente scossa e con qualche scheggia nelle mani.
Ci chiese cosa volevamo da bere.
“Un americano” dissi io.
“Liscio?”
“Se ce l’ha riccio, preferisco”
“E per lei?”
“Una Bibbia… Sa, mi sono sempre bevuta le menzogne…”
“Vuole che la accompagno con qualcosa?”
“No grazie, so camminare da sola”
Se ne andò perplessa.
“Ti piace questo locale?” Le chiesi.
“Non è il massimo…”
“Veramente?”
“No! Dico: Non è il Massimo quello laggiù? Il tuo collega… Ciao Massimo!” E si sbracciò.
Sangue ovunque.
“No non è lui. Ed è strano perché quella vicino è la moglie e quelli lì sono i suoi pargoli. Ed
è strano che vesta esattamente come Massimo.”
A quel punto salutai anche io Massimo.
La cameriera tornò con un riccio morto avvolto in una bandiera a stelle e strisce e accompagnò la mia compagna sulle strisce facendo piccoli passi.
Della Bibbia, si intende.
Mi venne voglia di sermone affumicato ma i cornetti esposti erano solo alla glassa di
champignon.
Ci gustammo il nostro niente parlando del più e del mento poi si fece tardi.
La ragazza stava già lavando in terra usando la glassa di champignon avanzata.
Ci avviammo verso l’uscita.
All’improvviso una signora cinese uscì da dietro l’attaccapanni e urlò: “A chi hai detto
glassa?!?!”
Volto pagina.
