tratto da “La Sostenibile Pesantezza dell’Avere” (2014) – Capitolo Due
02 gennaio dell’anno di ieri
Primo giorno di lavoro dell’anno nuovo.
Niente di nuovo comunque sul fronte lavorativo a parte qualche brufolo.
Oggi inventario.
Il che vuol dire cominciare a contare della roba, roba a caso, al mattino e finire alla sera per
poi salire in macchina e odiare le marce.

Ho fatto il tragitto di ritorno fino a casa in folle in modo da non dover pensare ancora ai
numeri.
Il tempo oggi faceva schifo.
Più di ieri.
E ieri faceva veramente schifo.
Oggi un caribù mi ha chiesto un tè.
Di solito mi scrocca solo le sigarette.
Ho scoperto che ascoltare un paio di canzoni al mattino mi mette di buon umore.
Però quelle che funzionano durano una ventina di minuti a testa e ho dovuto alzarmi molto
presto.
Però funzionano: mi mantengono felice da casa fino a quando non arrivo a lavoro.
Cinque minuti di gioia e ottimismo.
Trenta se vado in folle.
Dieci se vado a piedi.
Cinquecentotre se passo da Treviso.
Questa sera ho cenato con la pizza.
Ma lei non ha gradito il secondo.
Abbiamo mangiato pizza.
Vorrei inventare un pranzo tra la merenda e la cena che non sia un maledetto apericena.
Ci vorrebbe un brunch pomeridiano.
Snanner mi piacerebbe come nome.
Anzi, Snanner©, patent pending.
Non fate i furbi.
Funzionerebbe così: si mangerebbe un bel tegolino o una fetta di crostata accompagnati
dal brasato al vino con carrube e lenticchie.
Il tutto lisciato da una coda di gallo (un cocktail) di mia invenzione: il Bleeding-Mary-on-the-
Rocks-of-a-Beach-where-she-had-Sex-on-with-Martini.
Facilissimo da preparare: si prende un bicchiere, non importa come, ma meglio se alto
tanto così.
Poi si riempie una paletta di ghiaccio, la si lascia ventidue secondi sul lavandino e poi la si
versa nel bicchiere.
Poi si toglie la paletta dal bicchiere.
Si prende del ginger, della spuma, del succo di mirtillo e della spremuta di litchis.
Se non avete il litchis, del merluzzo va benissimo. Spremuti hanno lo stesso gusto.
Si versa in parti uguali nel bicchiere.
Ma un filino di più il ginger.
No, così troppo.
Va beh, per stavolta va bene così.
Poi si prende della vodka liscia e la si arriccia nel bicchiere con un pesta-menta.
Se non avete un pesta-menta va benissimo anche il classico pesta-ghiande.
Si versa la vodka facendo attenzione che non sia Vermout ché una volta mi sono sbagliato
perchè lo facevo bendato.
Poi si prende un chilo di anguria, la si sbuccia e la si mangia perchè il cocktail deve
macerare un paio di ore.
Dopo che il ghiaccio si è sciolto completamente, versate una manciata di pomodorini
piccadilly, preferibilmente non trattati, nel bicchiere, senza far schizzare oltre il bicchiere
ché il tavolo è pulito e non ho più carta da cucina.
Una volta che i pomodorini si increspano nella melma del bicchiere rimuovere il ginger.
“Dovevo mettere il ginger intero?”
“Mi sembrava chiaro”
“Allora era acerbo.”
“Lo dici tu. L’hai assaggiato?”
“Non saprei neanche distinguerlo dal merluzzo che hai preparato!”
“E’ quello con le incisioni rupestri sopra.”
“Figo, ce l’hanno tutti i ginger?”
“Solo quelli che hanno qualche migliaio di anni.”
“Allora non credo sia acerbo… forse è solo fossilizzato…”
“L’importante è che sappia di ginger.”
“E da cosa lo capisci?”
“Se il Bleeding-Mary-on-the-Rocks-of-a-Beach-where-she-had-Sex-on-with-Martini saprà di
ciabatta allora il ginger era buono.”
“Sennò di che sa?”
“Di ginger, uno schifo.”
“Posso assaggiare questo cocktail?”
“Prima bisogna lavare i piatti..”
“Cambia il gusto del cocktail?”
“No, ma ho ancora resti del cenone sul lavandino e mi fa schifo.”
“Perchè non lo fai tu scusa?”
“Perchè io sono capace a fare un Bleeding-Mary-on-the-Rocks-of-a-Beach-where-she-had-
Sex-on-with-Martini e tu no.”
“Hai ragione. Hai mangiato pesce al cenone di capodanno?”
“Da cosa l’hai dedotto?”
“Da questi resti di pesce nei piatti.”
“Mai pensato di fare il detective?”
“Vorrei ma non lo trovo part-time…”
“Prima o poi salterà fuori…”
“Lo spero…”
“Parlavo con il cocktail… non trovo più un pomodorino.”
“Cosa c’è in questa pentola chiusa?”
“Non farmelo vedere…”
“Perchè?”
“Non reggo quella visione. Bleah…”
“Ma che sarà mai? Cose brutte?”
“Cose brutte? Figurati che quando c’è qualcosa di brutto si dice quella cosa lì dentro!”
“Sbircio solo un pochino…..”
“Non farmelo vedere!”
“….ma sono cozze…”
“Eh, appunto.”

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