“Iniziazioni Fanciullesche”

tratto da “La Sostenibile Pesantezza dell’Avere” (2014)Capitolo Uno

1 gennaio di quest’anno.
La sveglia suona.
Niente di strano se non fosse che non so dove abbia preso la chitarra.
Cerco di spegnerla con un rapido movimento della mano che forse dovrei prima tirare fuori
dalle lenzuola.

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Lo faccio.
Non la trovo.
Era sotto le coperte.
Dopo qualche minuto di combattimento mi accorgo che sono le dieci del mattino del primo
giorno dell’anno.
Avrei dovuto anche sospettarlo quando ieri ho festeggiato l’ultimo giorno dell’anno ma non
si sa mai.
Coi tempi che corrono non sai mai se riesci a correre alla stessa velocità, soprattutto dopo
un cenone come quello di ieri.
Mi alzo, nel bagliore di una luce strana che filtra dalla persiana: mi avvicino, scruto verso
l’esterno…Piove.
Iniziamo bene.
Un Babbo Natale appeso a un balcone mi fa capire di non essere ancora morto aprendo un
ombrelllo con disegni di renna stampati sopra.
Mi avvio verso la macchina del caffè per le mie funzioni religiose mattutine, saluto il dio
Lavazza, cambio il caffè dalla manichetta della macchina, prendo un bicchiere di plastica,
rimuovo le mie occhiaie cadenti dai piedi con un gesto fugace e faccio partire la macchina.
Il rumore rimbomba per il palazzo.
Quello di fronte.
Babbo Natale mi chiede una tazza.
Non ne ho, uso bicchierini in plastica.
Mi siedo con il mio caffè al tavolo.
Finora niente di diverso da ieri, nonostante sia un anno nuovo.
Odio pensare che per un pò scriverò ancora l’anno vecchio quando dovrò mettere la data
in qualche documento ma di solito verso il 30 massimo 31 dicembre mi passa e la scrivo
giusta.
Accendo il computer e controllo la mail mentre provo a raffreddare il caffè nel quale ora
una tribù di elfi sta forgiando un anello del potere.
Faccio partire una puntata di una serie TV mentre sorseggio nanolitri della bevanda
fumante.
Mi alzo e vado a lavarmi, spaventandomi passando davanti allo specchio per non essermi
ricordato che il giorno prima mi ero tagliato i capelli.
Oggi è giornata di riposo, il che significa che ho il tempo per dedicarmi amia figlia che
comincia a essere fin troppo scaltra per i miei gusti: riesce a farsi capire con gli occhi e non
intendo bisogni primari ma persino battute sarcastiche, satiriche e qualche volta di cattivo
gusto verso il buon costume.
Le uniche persone al corrente di questo suo “superpotere” siamo io e il dottor Layton, il mio
amico immaginario che ha ucciso il mio vecchio amico immaginario, il colonnello Schwartz,
ritenendolo troppo banale.
Vado a prendere la mia bimba.
“Ciao!” le dico.
I suoi occhi mi fissano accusatori e come un flusso inarrestabile le sue parole mi entrano
nella mente senza che lei apra bocca.
“Padre…”
“Come sei cresciuta dall’ultima volta..”
“Sono passati cinque giorni…”
“Ora sai pure contare?”
“Si, fino a cinque..”
“Beh allora potremmo bere un tè..”
“Uh, sono cinque anni che non prendo un tè!”
“Ma tu hai un anno e mezzo….”
“E tu non conosci il sarcasmo…”
“Ti sei alzata col piede sbagliato?”
“Improbabile dato che mi sollevate dal lettino prendendomi per le ascelle…”
“Era una metafora…”
“Lo so e tu continui a non comprendere il sarcasmo…”
“Che ti va di fare oggi?”
“Prendere la patente nautica..”
“La vedo difficile..”
“Dici sempre così…mi chiedi cosa mi va di fare e finiamo sempre a fare una passeggiata,
magari a giocare al parco..”
“Ti va di fare una passeggiata?”
“NO!”
“Ok…beh ma non posso aiutarti con la patente nautica…sei piccola…”
“Allora insegnami a usare un goniometro…”
“Non ne ho al momento…”
“Si va beh allora che ci stai a fare?”
“Giochiamo nella tua cameretta?”
“Non sei un pò troppo grande tu?”
“Beh allora tu giochi e io ti guardo…”
“Inquietante..”
“Tu giochi e io sto fuori?”
“E lasci una bambina piccola a giocare da sola?? Ma che incosciente sei??”
“Che devo fare allora??”
“Non gridare..”
“Ok.. Che devo fare?”
“Andiamo a fare una passeggiata..”
“Ok…sicura che poi non fai capricci?”
“No… Però voglio che mi compri un goniometro..”
“Oggi è il primo, sono tutti chiusi, dove lo trovo un goniometro?”
“Non sono problemi miei..”
“E invece si…e se non lo trovo?”
“Lo sai che posso piangere vero?”
“Maledizione..”
“Infatti… Però a pensarci bene potrei anche non volerlo il goniometro..”
“Sul serio?”
“Si… Ma mi devi trovare un bicchiere o una tettarella da dove bere il latte con la foto di un
cantante pop famosissimo!”
“Scusa??”
“Mai sì, dai! Un Bieberon!!”

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