MVRCODELRIO

tratto da “La Sostenibile Pesantezza dell’Avere” (2014) – Capitolo Uno Meno Pochissimo

Ok ho letto le prime pagine ma questo mi sembra tutto tranne un diario.
Ha anche una distanza di interlinea e un carattere che non mi convincono.
Prima di girare la pagina e vedere se qualcosa di interessante salta fuori, decido di farmi
un caffè ma non sono ancora molto pratico in magie di trasmutazione e posso farmi solo un
cappuccino.
Alla fine serve solo un vestito da frate.

Sì, lo so che cosa penserebbero tutti: l’abito non fa il monaco.
Ma se il monaco è sarto è lui che fa l’abito.
Se il monaco invece è sardo penso che lo farebbe in lana.
Se il monaco è di Monaco, quindi un monaco alla seconda, l’abito dovrebbe essere più
spesso.
Non so, sto divagando.
Sarà la mancanza di sonno.
Guardo l’orologio.
Lui ricambia lo sguardo.
Mi indica un oggetto appeso al muro. Toh! L’orologio.
Ah, ok, stavo guardando il gatto.
Lo confondo sempre con l’orologio.
Forse perchè io non ho un gatto e non sono abituato a conoscere la differenza.
Ehi! Io non ho un gatto.
Guardo di nuovo il gatto.
Lui mi guarda.
Che sia il procione?
Non so, non ho mai visto un procione.
Ma se è simile all’orologio che tengo appeso al muro forse potrei riconoscerne uno se lo
vedo per strada.
Decido di fermare per qualche istante questi pensieri e mi dirigo verso la cucina, mi siedo
al tavolo ancora apparecchiato e appoggio il vecchio libro.
Il sonno ora è passato.
Sarà per il piatto di verdure frullate ancora sul tavolo.
Giro pagina.
D’altronde questo prologo mi ha stufato.
Lo stufato!!
Sarà ora che lo tolga dal forno. Direi che le sue settantasei ore a venti gradi se l’è fatte.
Mi viene fame.
Ma voglio leggere ancora un pochino.