Il Diario delle Vanvere Terapeutiche #221

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05/02/1924 – Ore 06:51 – #221

Il par d’ore di buio d’ieri prima dell’ora del riposo l’ho gittate al localino di Mark, tra ‘n liquore di troppo e li svaghi che ‘sì poco mi concedo. Un vociar di dentro mi canzona ch’è svago pure questo sperperare inchiostro sulli fogli dinnazi e di parte ha anche ragione. Non è stata una brutta notte di sonni e sogni e mi sento piuttosto rigenerato, ed è bene vistesi l’obbligazioni dell’inizio della settimana che slavineranno sui miei programmi. Oggi inizio da Nutterpyne, presso una bottega di tabacchi e suppellettili ove m’ho da spicciare nell’ormai classiche faccende inventariali per poi raggiungere Streamver. Lì, alla grossa fabbrica di carburante, troverò il signor Tinsteel, Claudette e Stewart già nel medio delle loro operazioni d’obbligo. In tal stabilimento, ci s’è chiesto d’esperimentare un novo insolito lavoro d’inventario ove le nostre attenzioni saran centrate sulle mastodontiche vasche di raccolta e stoccaggio dell’ingredienti per il carburante a freddo. Di nota, giungerà ‘l dì che spiecherò perfino l’ulteriori processi per tali, di modo ad ora non ne posseggo abbastanza cultura. Non ho molte informazioni riguardo l’attività che s’ha da svolgere in Streamver e mi pare sia ‘l motivo per cui saremo compagnati dal signor Tinsteel col quale prevedo di minimo qualche minuto di riunione esplicativa. Giù dell’impannate v’è già un scalpitare di carrozze e galosce che di lunedì all’altro par ciarlare sempre più impaziente, ‘sì che vo’ a pormi ‘l pastrano e giungermi ad essi. M’aggrada l’incipit della nuova settimana ma disdegno ‘l nervoso ostinato e sfoggiato con fierezza delle genti scontente di torno.

Ore 20:02

Mi par casi come ‘l porre una cementina di volta ‘n volta, una d’ogni sorger di sole, su d’una facciata d’edifizio. Attenermi all’obiettivi che m’impongo, ingannarmi lo che basta pe’ filar diritto e mantenermi al corso d’azioni che programmo ‘n avanti, resistere alle tante vane tentazioni ch’accerchio all’istinto più animale che umano, m’appaga, venuta quest’ora di buio timido, nel gittarmi a visionar coll’occhi di poco socchiusi lo ch’è stato fatto. Par d’esser infine sull’orme giuste, Arthur. Ma, d’ogni modo, che si ricollezioni ‘l tutto ora. Nutterpyne m’ha piacevolmente sorpreso, stamane, consideratosi ch’il loco ov’avrei dovuto esperimentare alcune nuove attività si trovava nel centro del paese, zona che mai mi fu meta d’impiego e v’ho trovato uno snodar di viuzze mattonate degne di pittura, un gomitolo d’altre stradine poco battute dalle carrozze e un torpore famigliare ch’han giovato all’umore e al mio approccio all’intero dì. V’ho speso poco più d’un’ora prima d’acciuffare un’altra carrozza che m’ha lassato in Streamver. Qui, con Claudette, Stewart e ‘l signor Tinsteel, abbiamo intrapreso una serie di attività, tra intermezzi e digressioni tra tabacco e mangiucchiamenti, ch’han richiesto di programmare un ulteriore intervento dimane. Irò a delinear in lo specifico il tutto colla freschezza del giorno ch’ha da venire, d’ogni modo. Verso metà meriggio mi son recato presso il medico alimentare che tante volte addietro ha seguito alcuni miei sforzi, allora sin successo, d’intraprendere diete e tecniche di miglioramento della mia alimentazione, soggetto al quale ‘sì poco ho porto_occhi di riguardo ‘n passato. Sortito sventolando un programmino settimanale di tutto punto cesellato di torno le mie esigenze, ho dedicato ‘l resto del meriggio a corrispondere prosaicamente coi mittenti delle tante missive recenti, aggiornando finanche i mie’ parenti lontani. L’ultime nuove da Gersburg m’avvertono che Lily ha sofferto qualche malanno passeggero; da Chasenut, Juliet sta recuperando ottimismo e intraprendenza a ritmo esponenziale; Florence è di qualché smarrita ‘n trialoghi di poco dissimili da quelli ch’ho sepolto ‘n queste mille paginette; il signor Tinsteel m’ha inviato una bozza del nuovo contratto colla Kryomont – quest’anno m’han concesso ‘l doppio delle fabbriche della regione, di ciò andrò a dilungarmi quand’ulteriori dettagli mi capiteranno sotto ‘l naso. M’ho d’arrestarmi ora o scriverei ore su ore e l’altri mie’ progetti d’oggi rimarrebbero affamati. Una cementina alla volta.

Nutterpyne, Contea di Bolinthos, 1924


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