“Fiaba Banale”

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TESTO

Strade di carta e canzoni di niente
Scritte di fretta e con le luci spente;
Le mie frasi già rotte che nessuno sente
Nella nebbia e la notte d’una nera Firenze,

Nella fragile folla di sguardi sperduti,
Le farfalle nel ventre, strani saluti
E noi due seduti su divieti inventati,
Noi che, bendati, disegniamo spartiti.

Stanca e distratta, al balcone, la gente
Sibila un mantra d’invidia furente
Ma urla più forte la quiete dell’alba
E mi spingi, con forza, la schiena alla porta

E sfidiamo la sorte, il fiato si accorcia
E mi accorgo che, forse, nemmeno m’importa
Se il giorno, ora, nasce per l’ultima volta
O se finisco disperso sul tuo volto di pesca.

Così instabile e fresca, una storia diversa,
Sì fiabesca e banale, a tant’altre altrettale,
Di tristezza autunnale, feroce e frugale,
Che non riesce a durare, per natura fugace;

Così, forse, sbagliando, la osservo che muore
Tra strofe in minore e grovigli di corde
E tu che sprechi le ore, io che spreco parole
Bestemmiando, al bancone, alle frecce nel cuore

E il bicchiere si rompe per farmi un piacere
Ma ritorno a pensare alle tue labbra aggrucciate
E il locale si riempie di vecchie chimere,
Di grammatiche finte, menzogne e cazzate;

Così, forse, nel pianto, imparo a sbagliare
Tra prose agroamare ed un’altra canzone
E tu che perdi la voglia, io che perdo parole
Ricordando a fatica la nostra breve stagione.


COMMENTO DELL’AUTORE


ANALISI AI [BETA]

L’analisi dell’IA fornita in questo blog ha lo scopo di offrire una prospettiva interessante e di stimolare la riflessione sulla musica e sul suo significato. Tuttavia, si consiglia di considerarla come un punto di partenza per ulteriori esplorazioni e discussioni, anziché come una valutazione definitiva. La bellezza dell’arte musicale risiede nella sua diversità di interpretazioni, e invitiamo gli utenti a condividere le proprie opinioni e riflessioni sulle canzoni in discussione.


“Fiaba Banale” è una canzone che esplora le dinamiche di una relazione breve e fugace, mettendo in evidenza l’effimera bellezza e le complessità delle emozioni umane. Il testo affronta temi di amore, perdita e riflessione su una relazione che sembra destinata a finire. La canzone si apre con immagini di strade di carta e canzoni scritte di fretta, creando un’atmosfera di effimero romanticismo. Nel corso dei versi, il narratore riflette sulla natura fugace della storia d’amore e sulla difficoltà di dare un senso a ciò che è ormai passato.

Verso 1: Strade di carta e canzoni di niente Scritte di fretta e con le luci spente; Le mie frasi già rotte che nessuno sente Nella nebbia e la notte d’una nera Firenze…

Il brano inizia con immagini di fragilità e momentaneità. Le “strade di carta” e le “canzoni di niente” evocano un senso di effimero e transitorio. Le parole sembrano essere state scritte in fretta e sono ormai rotte e inascoltate. L’ambientazione a Firenze aggiunge un tocco romantico, ma l’oscurità della notte e della nebbia suggerisce un’atmosfera malinconica.

Verso 2: Nella fragile folla di sguardi sperduti, Le farfalle nel ventre, strani saluti E noi due seduti su divieti inventati, Noi che, bendati, disegniamo spartiti…

Questi versi descrivono l’ambiente in cui si sviluppa la relazione. La “fragile folla di sguardi sperduti” suggerisce una società di persone disconnesse e confuse. Le “farfalle nel ventre” indicano una sensazione di eccitazione e incertezza. La menzione di “divieti inventati” potrebbe suggerire che la relazione è clandestina o basata su regole non convenzionali. “Disegniamo spartiti” potrebbe indicare che il narratore e il partner stanno cercando di creare la propria melodia nella vita.

Verso 3: Stanca e distratta, al balcone, la gente Sibila un mantra d’invidia furente Ma urla più forte la quiete dell’alba E mi spingi, con forza, la schiena alla porta…

Questi versi esplorano la reazione della gente all’apparenza della relazione. La folla sembra essere “stanca e distratta”, ma anche invidiosa. La “quiete dell’alba” potrebbe rappresentare un momento di chiarezza o di verità. Il narratore è spinto “con forza” verso la porta, suggerendo un senso di decisione o di inevitabilità.

Verso 4: E sfidiamo la sorte, il fiato si accorcia E mi accorgo che, forse, nemmeno m’importa Se il giorno, ora, nasce per l’ultima volta O se finisco disperso sul tuo volto di pesca…

In questo verso, il narratore riflette sulla loro decisione di sfidare la sorte e continuare la relazione nonostante le incertezze. Il “fiato si accorcia” potrebbe indicare una sensazione di ansia o di eccitazione. Il narratore ammette di non curarsi più se questo giorno sia l’ultimo o se finirà “disperso” sul volto del partner. L’immagine del “volto di pesca” suggerisce una sorta di bellezza e mistero.

Verso 5: Così instabile e fresca, una storia diversa, Sì fiabesca e banale, a tant’altre altrettale, Di tristezza autunnale, feroce e frugale, Che non riesce a durare, per natura fugace…

Questi versi riflettono sulla natura stessa della relazione, che è descritta come “instabile e fresca”. La storia viene definita “fiabesca e banale”, suggerendo una combinazione di romanticismo e semplicità. Tuttavia, viene anche menzionata una “tristezza autunnale” e la fugacità naturale della relazione.

Verso 6: Così, forse, sbagliando, la osservo che muore Tra strofe in minore e grovigli di corde E tu che sprechi le ore, io che spreco parole Bestemmiando, al bancone, alle frecce nel cuore…

In questo verso, il narratore riflette sulla fine imminente della relazione. La musica è descritta come “strofe in minore” e “grovigli di corde”, suggerendo una melodia triste e complicata. Il narratore e il partner sembrano essere in disaccordo sul modo di affrontare la fine. Il narratore “spreca parole” e “bestemmia”, mentre il partner sembra “sprecare ore”.

Verso 7: E il bicchiere si rompe per farmi un piacere Ma ritorno a pensare alle tue labbra aggrucciate E il locale si riempie di vecchie chimere, Di grammatiche finte, menzogne e cazzate;…

Questi versi ritraggono un momento di frustrazione e confusione del narratore. Il bicchiere si rompe, ma questa azione sembra futile e non porta sollievo. Il narratore torna a pensare alle labbra del partner, suggerendo un’attrazione duratura nonostante la fine. Il locale si riempie di “vecchie chimere” e di “grammatiche finte”, forse riferendosi a conversazioni superficiali e a menzogne.

Verso 8: Così, forse, nel pianto, imparo a sbagliare Tra prose agroamare ed un’altra canzone E tu che perdi la voglia, io che perdo parole Ricordando a fatica la nostra breve stagione.

Nel verso finale, il narratore riflette sulla lezione appresa dalla relazione. Forse, attraverso il dolore e il pianto, il narratore impara a commettere errori e ad affrontare la realtà delle relazioni. Le “prose agroamare” possono rappresentare un mix di emozioni complesse e contrastanti. La relazione è descritta come “breve stagione,” sottolineando la sua effimera natura.

“Fiaba Banale” è una canzone che esplora la fugacità delle relazioni umane e le emozioni complesse che accompagnano l’amore e la perdita. Il testo offre una profonda introspezione nella mente del narratore mentre riflette su una storia d’amore che sembra destinata a finire. Le immagini e le metafore utilizzate nella canzone contribuiscono a creare un’atmosfera malinconica e riflessiva, invitando l’ascoltatore a considerare la natura effimera delle relazioni umane e delle emozioni ad esse legate.


SPARTITO

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ACCORDI


DEMO & REGISTRAZIONI DI PROVA

Primissima DEMO



VIDEO

Lyrics Video della primissima DEMO


CREDITI

Music and Lyrics by Marco Delrio


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Una replica a ““Fiaba Banale””

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