Il Diario delle Vanvere Terapeutiche #111

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18/10/1923 – Ore 15:10 – #111

L’ieri s’affaccia ‘ncora nei mie’ ricordi, anch’oggi che riesco a dar senso e scuse al tutto, l’ieri di spirali decrescenti di risultati, motivazione, energia e umore; l’ieri di nulla infuori e di tutto dentro. Vi sono e saranno que’ giorni ch’il nero pece degli strascichi del mio esser studente, umano, mortale, fallace, troveranno la maniera di debilitarmi fino alla stagnazione; quelli son i momenti ‘n cui la consapevolezza d’esser legato a un’altalena strattonata da un uragano è l’unico appiglio a cui tengo salda la presa. Da lì, da que’ tanti ieri, solo schiaffi e lezioni, sfarinati di quel perenne rammarico e rimorso ch’attanaglia chi non s’accontenta della limitatezza materiale. Ne scrivo a lungo nella mia brossura mensile e ancor più a lungo nell’altri mie’ diari sì che non inquinerò ulteriormente queste cronache cotidiane con la fanghiglia introspettiva che ancor lacrimo appena. Ieri m’ha accolto un perfido sonno, ben prima dell’ora di pranzo e vi ho ceduto senza tanti fronzoli, perdendomi poco più di mezz’ora al The Wayne, il soffice ostello della periferia di Lylcoin. Paradossalmente più spento di prima, poi, ho meriggiato nel posporre molte obbligazioni più che importanti lasciando annegare il senso di colpa fra il Berbèris e ‘l gioco d’azzardo, fra l’ignorar l’agenda e il maltrattarmi insensatamente. Forse ho stretto troppo il cappio al collo del mastino nell’ultimo periodo e oramai l’abbaiar furioso che a brillii m’arrivava la sera necessitava anche uno sfogo più animale, più istintivo, più volgare. M’odiai, però, stamane, nel primo vero freddo dell’autunno della contea di Bolìnthos, barcollando fra ‘l dovere e la nausea, verso Alveynn, molte ore prima dell’alba. Tra i carburanti e gli scarichi gelidi, la cagnara spiccia di Claudette, Stewart e ‘l signor Tinsteel, la spigliatezza maliziosa del signor Breadrunner, ha ripreso colore non solo il mio profilo scavato dall’insonnia e dall’uva scadente ma anche lo spirito d’iniziativa che pensavo d’aver lasciato ‘n mezzo le scartoffie del mio studio. E le buone nuove han cominciato a sgocciolar poi in le mezz’ore, con le comunicazioni epistolari delle fabbriche di Naught Street, Saint Maurice, Closewall e Carville. E vo’ rassettando l’altre mille idee ancor ora, ancor per qualche ora, prima di rassettar me medesimo ed estrarre dalle tasche ancora qualche energia per la serata lavorativa che si prospetta. La fabbrica di Chesterwall ha di fatti chiesto un intervento notturno di supporto in vista della produzione invernale, il combustibile a freddo dell’intera zona verrà gestito solo da loro e ho richiesto la presenza di molti colleghi lontani per offrire il servizio migliore; amicarsi il direttore dell’Activa Corp. di Chesterwall sarebbe una referenza influente alle prossime ambizioni espansionistiche primaverili.

👆 Sto sperimentando con varie modalità di presentazione del diario di Arthur Parker. Son ben accetti commenti ed impressioni a riguardo!

Activa Corp. Factory di Alveynn, Contea di Bolìnthos, 1923

Da “Il Diario delle Vanvere Terapeutiche di Arthur Parker”



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2 risposte a “Il Diario delle Vanvere Terapeutiche #111”

  1. Avatar analisi888
    analisi888

    L’ascolto del brano mi ha incuriosito, più difficile la lettura. Grazie, mi piace giocare con le parole rimanendo, con un po’ di sforzo, nell’aver un po’ di senso , se non 5 almeno 3, numero perfetto!

    Piace a 1 persona

    1. Avatar Marco Delrio - mvrcodelrio.com
      Marco Delrio – mvrcodelrio.com

      Grazie, apprezzo infinitamente i feedback e, paradossalmente, condivido! Promosso l’audio, allora 🙂

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