«Ma ascolti, le sparo una domanda. Come si sente a stare con una gamba sola?»
«Mah… così, su due piedi… non saprei.»
«E su uno?»
«Ah beh, allora sì. Bene. Ma ho l’armadio pieno di scarpe sinistre.»
«Cioè fanno paura?»
«No, no, proprio sinistre. A me manca il destro. Ho pensato di tagliare un piede a mio fratello per equilibrare e usare comunque quelle che mi rimanevano nella confezione.»
«E…?»
«Beh, ho tagliato quello sbagliato.»
«Ha tagliato il piede sbagliato a suo fratello??»
«No, il fratello. Non era il mio. Ho provato a dire che a questo mondo, alla fine, siamo tutti fratelli ma continuava a ripetere che la sua carriera da calciatore era finita. Piangeva. Avesse visto come piangeva.»
«Beh, ma lo credo.»
«E comunque avrei dovuto immaginarlo quando sono andato nello stadio a rincorrerlo con la motosega: mio fratello non aveva mai giocato a calcio, prima.»
«E poi?»
«Sì, poi sì.»
«Ah sì? Fa molti soldi?»
«Non da quando ha cambiato squadra.»
«Pessimi giocatori?»
«No, lui è geometra. Ha cambiato squadra perché gli si era rotta ma quella nuova non ha il numero 3.»
«Strano. Le posso fare un altra domanda?»
«Sì, ma sta prendendo una brutta abitudine.»
tratto da “Gli Alieni non Credono a Noi” edizione imbruttita – Lupiscattoli, Delrio, (2023)



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