“Penombre Australi”

tratto da “La Sostenibile Pesantezza dell’Avere” (2014)Capitolo Non Ancora Quattro

Certo che il signor Bufazzi non è proprio una persona con tutte le rotelle.
Chissà come fa a non cadere dalla bici.
Mentre mi alzo per andare a prendere un bicchiere d’acqua mi accorgo che la luce in casa
mia è sparita.
Prendo una candela dal cassetto ma al buio è difficile. Dovrei tenere le candele in posti più
accessibili durante un blackout.
A proposito di blackout.
Qualche giorno fa, Fluvio, il mio amico piovoso mi ha raccontato un simpaticissimo
aneddoto.
Vediamo se me lo ricordo.

Photo by Brett Sayles on Pexels.com

Allora…
C’erano delle lenticchie che, stufate, lasciarono la sala salata dove una salsiera teneva un
discorso piccante.
Le pannocchie applaudirono così forte da far scoppiare i propri chicchi in croccante
popcorn.
Il professor Maio e il suo collega stavano affrontando ora la delicata problematica della
gravità sinusoidale. Quella che si crea nelle narici.
Da cui deriva la famosa sinusite.
Nel mezzo di una frase incomprensibile ai più ci fu un blackout.
Che poi dico, semmai black-IN dato che il buio inonda la sala ma fuori il sole spacca le
pietre e ricompone i massi.
Nessuno pensò ad aprire le finestre.
Anche perchè nessuno aveva un computer con sé.
Nello stesso momento in Australia, ma anche a Singapore, ma soprattutto a Honolulu, ci fu
un light out.
Il lightout è l’opposto del black-in ma solo a marzo.
Una famiglia di 8 fratelli, 4 sorelle, 3 cani lupi e due padri stava dormendo nel letto, un letto
affollato, e le luci si accesero di colpo.
Ma solo quelle del cortile.
“Chi ha sparato?” disse il padre numero uno.
“Io” disse il cane lupo.
Che poi, il fatto che parlasse era di poca importanza. Il problema era che aveva una
pistola!
Loschi figuri si aggiravano nella luce e la famiglia australiana non riusciva a beccarli con
tutta quella luce.
Ora la gente si chiederà come facessero a beccarli.
Col becco, no?
A me sembrava ovvio.
Molti spalancarono gli occhi (Alla conferenza, non in Australia).
Gli occhi videro il buio.
“Cioè niente?” chiese Paulo dall’ultima fila.
Gli occhi videro il niente.
“Allora non videro?” chiese Paulo dalla prima fila.
“Smetta di cambiare posto!” disse un gran pezzo di fila.
Gli occhi non videro, ma tastarono.
Tastarono l’aria intorno che sapeva di giallognolo.
Ci furono diversi rumori di sabbia che si muoveva e la gente si accorgeva di star pestando
le bustine da zucchero.
Ad un certo punto, lo scotch prese la parola.
Come avesse fatto a trovarla nel black-in nessuno lo sapeva, e non riuscì più a staccarsela
di dosso.
Dalla curva nord-est detta Grecale, piovevano insulti su ombrelli di modestia “Lo scotch
puzza di alcool!”.
E lo scotch pianse senza farsi vedere da se stesso. Tanto era tutto nel black-in quindi gli fu
facile.
Intervenne la polizia.
Portò le torce e bruciò il salone.
Il sale piccolo pianse per la perdita.
Il rubinetto perse per il pianto.
Il pianto si perse in lontananza tra le brughiere remote, le brughierai, se sei in prima
persona singolare.
“Non sono singolare ma diciamo che ce ne sono pochi come me.” disse Paulo da dietro la
lavagna a muro, quindi non molto comodo.
“Poi se sono primo o in zona Champions è da vedere. Non so dove perché qua la luce non
è ancora tornata.”
“E la prima persona plurale?” chiese una carotta con il gambo ingessato.
“Ma plurale è il cognome o solamente un hobby?” rispose un poliziotto che aveva difficoltà
a catalogare i presenti.
“Che fai nel tempo libero?” chiese una prugna. “Pluro..” risposero tutti.
“Suona malissimo!”
Ma una radio, nel buio, dava una notizia sconcertante: “Famiglia di australiani uccisa da un
cane lupo. Il cane nega.”
Devo ricordarmi di cominiciare a prendere appunti quando Fluvio racconta aneddoti perché
non credo fosse proprio così.
Giro pagina, nella debole luce dell’unica cosa che sono riuscito a trovare che più
assomiglia a una candela: una vecchia candela.

Photo by Dhivakaran S on Pexels.com
Pubblicità


Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un’icona per effettuare l’accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s…

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

WORK IN PROGRESS

This site is under manintenance.

Newsletter

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: