The Song
(2020)
Sara, col senno di poi, è stato un casino
Riuscire a scordarmi di noi, di quell’unico abbraccio,
Sarà la tua foto ingiallita sul mio comodino
O il grosso tatuaggio del tuo nome che porto sul braccio
Così indosso un sorriso, un po’ da cretino
Mentre fa capolino il tuo viso in un sogno
E in un bicchiere di vino mi rivedo bambino
A scriverti rime di cui mi vergogno
Sara, pensarti è abitudine un po’ irrazionale;
Sarà la mia solitudine o il mio volermi male.
Sai, mi dicevano provaci, hai poco da perdere
E sì, che eravamo anche giovani, e tu più di me,
Eppur mi bastava anche solo guardarti sorridere
E convincermi infine di poter restar senza te
Così un po’ senza senso ancora mi pento
Del mio finto coraggio e del mio starti lontano
E pioveva era maggio, tu eri uno schianto
E volevo soltanto tenerti per mano
Sara, pensarti è abitudine un po’ irrazionale
Sarà la mia solitudine o il mio volermi male
Sara, sei solo un ricordo, ormai senza parole;
Sarà la mia inclinazione a idealizzare
Ma sai, è bello averti in un “forse” ideale
Anche se crescere a volte è crudele
Sara chissà dove sei, chissà cosa fai
E se ci pensi mai a quel niente tra noi.
E poi divago, prolisso senza niente da dire
Una Moleskine di atavici drammi in quartine
E scarabocchi distratti, due caffettiere
E consuetudini univoche che non sto a spiegare
Sara, pensarti è abitudine un po’ irrazionale
Sarà la mia solitudine o il mio volermi male
Sara, sei solo un ricordo, ormai senza parole;
Sarà la mia inclinazione a idealizzare
Sara, ogni sera è una sfida scordarsi il tuo nome
Sarà che continuo a cantare questa brutta canzone.
