The Poem
Tratto da “Maree Oniriche” (2016) Streetlib Publishing
Sorprendimi e fingi di amarmi,
Restare in piedi e posare le armi,
Restare fermo alle urla d’allarmi,
Stringere i pugni, imparare ad alzarmi
Come nei tanti film di cui parli,
Quelli in cui piangi e speri che guardi
Forse ché anche se mostri riguardi
Vorresti solo star ad abbracciarmi,
Forse ché sono uno dei tanti:
Cinico, solo e con troppi rimpianti,
Forse è la folla lassù dagli spalti
Che come colla s’attacca agli accordi
E sbaglio con classe e vivo di stenti,
Mi risveglio in classe tra gli studenti,
Nel banco di fondo coi ripetenti
E il santo di turno che passa gli appunti
Su come si vive dopo i vent’anni,
Ci si divide senza contar danni
E mi bocceranno ché non vado avanti
Senza un favore dagli insegnanti
Ché passano gli anni e vivo d’affanni
E sanno che so che non saprei impegnarmi
E forse è più vero di quanto capisca,
Quando mi coniugo solo al presente,
Sbirciare i nomi della sua lista
E saper che la vita mi rimanda a settembre.
