“Rabbia”

The Poem

Tratto da “Maree Oniriche” (2016) Streetlib Publishing

Mi è così facile isolarmi per la rabbia
Che a volte non parlo giorni interi.
Ho messo il fossato anche al castello di sabbia
E spero che piova sui castelli vicini.

Che poi, nemmeno io so perché sto male
A volte, sarà solo un’ossessione?
Sono anche un fastidio da guardare,
Le nocche biancastre dalla frustrazione.

Credevo che scrivere avesse uno scopo
Che non sia la mera modestia svanita
Ma lasciar pareri, paesaggi, una foto
Di vita vissuta, amata e tradita.

Credevo che il tempo passasse più lento
Eppure a trent’anni mi stringo al cuscino
A fingere ancor di non essere stanco,
A parlare col buio, aspettare il mattino.

Eppure siamo la privilegiata gente
Che ancora parla persino in rima
Il cui tormento o sconfitta più grande
E’ il mal di testa alla mattina.

Eppure abbiamo tutto e niente
Oltre alle dieci casse d’Aspirina
E digrigniamo i denti, sempre,
Persino contro la postina.

Mi è così facile isolarmi ormai
Che a volte non parlo con me stesso
Ed il peggiore dei miei guai
A volte è soltanto l’uomo nello specchio.

E gira la stanza dal tappeto
E il mondo è fermo anche stasera
Ad osservarmi, stupido e inquieto
Mentre bestemmio alla luna piena.

Photo by Evelyn Chong on Pexels.com
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