“Lasciarsi Stare”

Sarà qualcosa di inerente alla relatività
Il mio studiare il ticchettìo di un “caso mai”
E il quotidiano nostro tendere alla complicità
Tra il salutare, un altro addio, un “come stai?”
Saranno queste luci spente o la fatalità
A spingerci in un niente fatto di guai;
Un cenno indifferente e la mia omertà
Tra il ridere, il sorridere, te ne vai.
Si dice troppo in troppo poco, nevvero, ormai?
E costa troppo questo gioco, a presto o mai.

E fare e disfare castelli di sale
Ma che male pensare che possa accadere
E cadere nel mare di un monolocale
Ma che palle sapere che può accadere
E ti guardo partire e tu mi vedi andare
Ma che male questo lasciarsi stare

Ed è il tuo sguardo indifferente la mia America;
Io su uno scafo fatiscente tra le boe.
Sarà che non mi frega niente di questa città:
Se hai voglia di scappare siamo in due.
Sono frasi da cantante che ho fregato qua e là
Poiché obiettivamente non ho più idee.
Comunque, quasi sempre, son perfette a metà
E a metà restiamo sempre, ognuno sulle sue.
Si pensa troppo senza luce e che senso ha?
Ché passa tutto così veloce, stasera che fai?

E fare e disfare castelli di sale
Ma che male pensare che possa accadere
E cadere nel mare di un monolocale
Ma che palle sapere che può accadere
E ti guardo partire e tu mi vedi andare
E se hai qualcosa da dire posso ancora restare
Ché ho due sdraio in cortile e un giovedì da sprecare
E lasciamoci infine o lasciamoci stare.

from 2020’s “qrntn.” DEMO
Photo by lalesh aldarwish from Pexels
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