The Poem
Tratto da “Squali Arboricoli” (2014) Streetlib Publishing
Attardandomi nel vago
Ricordo di uno spettro,
Di luce fu il soffio
Riflesso allo specchio,
Tenace e passivo,
Rintocchi di chiese,
Stanco e svestito
Di un saio borghese,
Malocchi e nuvole
Accarezzano il cielo.
Temo di scendere
Prima del tempo,
Là m’han visto e capito
E come tenerli distanti?
Spaurito m’accingo
A calpestar diamanti
Lasciandomi spegnere,
Fungo da chioccia
Ai pensieri d’un genere
Arduo da estinguere
E sì che promisi
Di aver tatto, empatia,
Sorridere serio,
Sciacquarmi di latte,
Mastice e pietra.
La statua, al voltarsi,
M’afferra e mi piega
E fummo all’incendi.
Plàcati, animo,
Ché già il cor soffre,
Ché già stelle sanno
Quello che ci offre:
Il ghigno di un male,
Le ali carbone
Bagnate di giallo
In sperduta stazione.
Intanto brucio
E come pelo al vento
Goliardico eseguo
Un ordine attento
E non so più camminare.
