The Song
(2021)
E’ il primo giorno d’estate sopra un calice vuoto,
Digressioni spaiate e un “tutto” detto nel “poco”
Nello schivo echeggiare d’un sassofono fioco
E, forse quasi per gioco, parlo troppo e mi scopro;
E’ d’uopo un vagabondare in ogni nostro ricordo
E dopo starsi a guardare, un po’ sul bordo del mondo
Ed io che dico “fa male amare il male che ho intorno”
E poi – che stolto – che torno, sbronzo, dentro ad un sogno
E sono solo e da solo io non volevo restare
Ch’é solo un fare e disfare senza nemmeno cambiare,
Urlare “adesso è normale questo mio odiare il banale”
E ora il maestrale ci assale e ricominciamo a parlare
E’ il primo giorno che penso che forse ha senso l’estate
E lo incido in rime baciate sulle tue guance arrossate
Ma forse è il sole, il contorno, o forse questo discorso
O forse è solo il silenzio tra uno sguardo e un accordo
E poi m’accorgo che’l tempo, in fondo, vuole passare
Son già due ore d’eterno e affondo nell’aspettare
E ogni secondo mi perdo e ti nascondo in un verso
E in un finale che ho scritto su un fazzoletto ch’ho perso;
Sono solo e da solo canto d’un giorno d’estate,
Di zanzare incazzate, un sole solo di lame,
Di due parole spietate e’l non potersi incontrare
E grandinava in cortile e ricominciamo a parlare
È il primo giorno d’estate e sembran passate due vite
E addosso quel temporale di notti insonni e ferite,
Di canzonette contrite, forse troppe fatiche
E il sentirsi felici in due parole infinite.
E non c’è folla nella bolla che circonda
Il nostro vivere mondano un po’ lontano dai cliché
E ci sorpassa una farfalla e pure il cielo cade piano
Mentre mano nella mano mi accompagni e dici che
“Questo mondo è troppo strano, un po’ sbagliato, adesso andiamo”
Ed io, impacciato, a balbettare sussurrando quanto t’amo…
