The Poem
Tratto da “Maree Oniriche” (2016) Streetlib Publishing
M’urta sempre quando parti,
Quando so che tutti i dubbi
Che riporto sui diari
Sono stupidi ed inutili.
A te basta un giorno appena
A ricordarmelo giocando
O quando dormi sulla schiena
E io ti guardo e non ti parlo.
Scorre ignaro il tuo vagone
Del forziere che trasporta
E passo un mese e una stagione
A ricercare la tua porta
Ché niente neanche è colpa tua
Eppur ti biasimo talvolta
Quasi per ipocondria
Temo sempre qualche svolta
E mi dimostri poi il contrario
E sdrammatizzo nello specchio
Col diploma onorario
Di folle rimesso in sesto.
Quanti giorni passeranno
Tra il cortile e la mansarda,
Io che canto del mio affanno
A gente che nemmeno guarda.
Quanti versi ancora scrivo
Senza aver niente da dire
E quel che devo non lo dico
Oppur non voglio sentire.
Sono anni che t’aspetto
Eppure eri già arrivata.
Il mio problema l’ho corretto:
Ora la posso chiamar vita.
