The Poem
Tratto da “Maree Oniriche” (2016) Streetlib Publishing
Con le mani in tasca vado
Carezzando tutti i muri
Ché non m’evitano loro
E san celar i mie’ segreti.
Lasciata la cortesia
Nell’armadio delle sciarpe
E chino scivolando via
Voglio consumar le scarpe.
Bianco il marmo non risponde
Alle domande che mi pongo,
Nella ghiaia si confonde
Ed un saluto serio porgo
Mentre muovo le mie gambe
In una piazza troppo grigia
Ché in inverno è troppo grande,
A luglio sta in una valigia.
E lì un vecchio amico adesso
Vende frutta e pomodori
E non mi parla più del sesso
Della sera prima fuori
Ma le mani tagliuzzate
Dal maestrale e il compensato
San discorrere di Schumann
Come un dì fosse passato.
Quanta gente qui non passa,
Quanta non lo vuole fare,
Fissiam fuor dalla finestra,
Un tizio passa con il cane
E quanto volevam un tempo
Un dì scappare da ‘sto posto
E ora io non me la sento
E tu mi dici “Io non posso”.
Striscio verso il fiume secco
Ché non piove da due mesi,
S’alza un grave battibecco
Tra una sciura e quattro preti.
Io li scanso a orecchie basse
E scendo sull’acciottolato.
Bisticciavano su tasse,
Moralismi e triumvirato.
Qui da giovane correvo,
Il fiume aveva ancora l’acqua,
Un troppo timido sentiero,
Odore di sterco di vacca.
Io, altri, forse siam dieci
Che sappiamo quanto manca
Quella tanfa n’le narici,
Quella scura acqua stanca.
Attendo un ordine dal cielo
Per un paio di minuti,
Sposto un masso e mi ci siedo
E conto gli anni ormai fuggiti.
Quanto costa far tesoro
Delle cose più piccine.
Quanto poi ti senti solo
Dopo mille e più mattine.
Tra le crepe un geco dorme
E la parietaria ostile
Gioca sopra le mie ombre,
Sporca il mio meditare.
E mi sono perso dentro
Ai ricordi, un buio grumo,
Lento accarezzo il filtro
E sparisco dietro il fumo.
Conto i passi fino al marmo
E canto una canzone in prosa
E forse sono un po’ più calmo,
Un po’ più vecchio e torno a casa.
