Su un mantile scozzese, noi due trafitti dal Lolium
Di un cortile scortese pasticciato nel buio,
Tra Tenerife e un cratere, effusioni dipinte a olio;
Quel puerile ignorare le tue valigie di odio.
Ottobre muore di notte, due ore e tutto si perde,
Troppe parole sul niente e forse il niente ci serve,
C’è un firmamento intrecciato al tuo innato ottimismo,
Un “semmai” antonimico, tendente al “per sempre”
E capita ch’orbito con te
Tra uno Schiele e un Dubuffet,
Le scuse del caso, quasi
Come qualche epoca fa;
Capita ch’orbito a metà,
Tu che graviti con me
Tra code d’incanto, accanto
Come comete, con me, te.
Il mio apparire borghese, Santiago e i sogni salmastri,
Sull’arenile il tuo lieve discorso fatto di sguardi
Io dietro rime e una siepe, tu un groviglio accordi
E le ferite richiuse, passi falsi e traguardi
Ti ricordi le notti, quattro strofe malfatte,
Canzoni di niente che tanto il niente ci serve,
C’è un firmamento intrecciato al tuo innato ottimismo,
Un “semmai” antonimico, ch’è già il mio “per sempre”
E capita ch’orbito con te
Tra uno Schiele e un Dubuffet,
Le scuse del caso, quasi
Come qualche epoca fa;
Capita ch’orbito a metà,
Tu che graviti con me
Tra code d’incanto, accanto
Come comete, con me, te.
