The Poem
Tratto da “Canzoni D’Inverno” (2016) Amazon Publishing
Sto sotto tristi alberi ingialliti
E un buio sempre più precoce
Ad allenar silente la voce,
Le mani calde tra i vestiti.
Mille pensieri son la foce
Del torrente di giornate
Spese ad abbozzar cazzate,
Non talento ma una croce.
Escon labili e bagnate
Le parole dalla penna
Come il passo che si affanna
Tra piastrelle ormai arrossate.
L’attesa è un dolcei panna
Che non voglio più finire.
Quanto spesso fa soffrire
Il tempo, la noia, ci inganna.
Come alberi ad ingiallire,
Io sempre più buio e stanco
Come quelle a cui manco
Tanto da rabbrividire.
E sto tra un velo di case bianco
O perlomeno ore addietro
Ché ora forse neanche il vetro
Brilla mentre sotto esso arranco
Verso qualcosa di troppo tetro
A cui evito di pensare
Come se ora a camminare
Si alleggerisse il collo, indietro
Torno, quindi, a osservare
Le mille vite meglio risolte
E mille occhiate porto raccolte
Sotto gli occhi miei, a mostrare
Quanto mi importano le scelte,
Anzi la loro categoria,
Errata o pessima che sia,
Perenne ginepraia incolta.
E questo sì, l’inverno porta via,
L’autunno sempre troppo breve
Sebbene sia novembre e piove.
Scivolando son su scia
Di foglie e odore acerbo di neve
In questo crogiolo di affanni
In cui non posso lavar panni
Che l’Arno, qua, quasi mi beve.
Forse ché son quasi trent’anni
Che non esco da me stesso
Forse ché son troppo fesso
A temer dolori e danni.
