Il Diario dei Trialoghi Icastici #239 (#604)

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23/02/1925 – ore 20:09 – #239 (#604)

Mi son concesso qualch’ora di sonno aggiuntivo stamane, poscia ch’al trillare della sveglia mi son prestato a cessarne l’urlo pe’ lassare ch’il cheto riposo che stavo esperendo si prolungasse, ottimisticamente, fino al resto del dì, sebbene coll’occhi aperti. Oi, privo d’obbligazioni pe’l conto della Frontprice, mi son veduto ristabilire una serie di solitanze produttive ch’aveo un poco trascurato nell’ultime settimane. L’ore prima del desino han scorso principalmente sulle bozze delle varie opere in composizione, i primi getti furiosi d’alcuni libercoli in fase di studio e poco altro se non un mediocre rassettamento dei quarti ch’è stato propedeutico alla bonaccia mentale che necessitavo pe’ li spunti creativi odierni. Mi posso ritenere assolutamente soddisfatto delle faccende artistiche compiute, sebbene ancor ben distanti dall’essere sia completate che accettabili ma, d’altronde, qualsiasi edificio par disegnato d’un fanciullo fin quasi al termine de’ lavori. Le prime ore del meriggio, di contro, l’ho dedicate alla stesura finale d’alcuni appunti pe’ conto della Fox Reprise visto che dimani sarà richiesta nuovamente la mia presenza presso il salottino in Streamver; l’agenda settimanale prevede lunghe prove operative sull’ultimo componimento che mi son prestato a finire oi, nonostante ancor manchino lunghi discorsi e coerenza ne’ temi affrontati. Ne profitterò, d’ogni modo, durante la mane ch’ha da venire nella quale condividerò con Stewart il tragitto e il lavoro operativo presso Agamos, un piccolo borgo immerso dal verde a mezzora di carrozza da Naught Port, per dicutere alcune delle correzioni ed aggiunte ch’ha di che implementarsi a tale operetta. Missive giungono da Florence e Juliet pur oi; dell’antestante poco di che notare, di contro, mi son fatto dispensatore d’una breve lista di consigli che non saranno inchiostro sprecato nel suo vagabondare verso un ruolo più creativo presso la Fox Reprise. Juliet, d’altro canto, fitta d’urgenze e responsabilità, m’avverte su alcuni recenti capogiri malinconici al quale mi son prontamente fatto carico di promettere un sostanziale aiuto semmai dovesse ritenerlo necessario o utile. Non mi cruccio più di molto, tuttavia, ché d’altra parte, ben sono consapevole della sua innata maturità razionale che le sovviene ne’ momenti di pressione e spirali discendenti. Non duole mai, ad ogni modo, rammentarle l’opzione Arthur, per quanto oramai si basi solo sulla corrispondenza epistolare. Poscia una breve fuga verso la taverna di Mark, mi son lassato bracciare d’un bagno bollente e qualche lettura a sfondo storico, uno de’ mie’ vizi che spesso viene relegato al termine dell’obbligazioni e urgenze. Poc’altro resta del dì innanzi e poc’altro anch’ì, ora, sento d’aver brama d’iscrivere. È stata un’ottima giornata, ciò non posso negarlo.

Vista su Agamos, Contea di Naught Port, 1925


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