Quando ero molto piccola, questo era il periodo più divertente dell’anno per chiunque mi stesse intorno. All’asilo, oltre alla classica recita, dovevo imparare poesie e filastrocche che poi continuavo a ripetere…più o meno fino a Pasqua dell’anno successivo.
Per i parenti diventavo una sorta di radio rotta: parlavo ininterrottamente, recitando in loop le stesse rime, al punto da finire per farle imparare anche a loro. La cosa che oggi mi diverte di più è sapere che, mentre io le ho ormai completamente dimenticate, loro le ricordano ancora perfettamente.

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