Il Diario dei Trialoghi Icastici #231 (#596)

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15/02/1925 – ore 21:02 – #231 (#596)

Il dì ha scorso con Samuel e Dalila ch’han compagnato me e Lily in poco di fatto se non una pletora di conversazioni che non temo denominare piuttosto atipiche e interessanti, stravolgendo d’un poco la mia indisponenza ne’ confronti della loro frequente capacità di confabulare ‘n maniera appropriata col sottoscritto. Ben so che ‘l mio discorrere sottende sovente una nota di boria d’in tra l’utilizzo di specifici vocaboli di uso poco comune e la ormai sempre più fina capacità di costruire periodi sensati estesi e razionali. Debbo continuamente rammentarmi d’effettuare un auto controllo sull’impulso narrativo che mi pervade durante gli argomenti e tentare di osservarmi e ascoltarmi ‘sì come porrìan far l’altri del di fori. Non rammaricomi de lo ch’ho avuto di che mostrare nell’odierno scorrere e credo sia per vero un ottimo esercizio pe’ le mie facoltà demagogiche e discorsive. Lily è riuscita inoltre a mantenere alcuni discorsi meco e non ha risparmiato alcune lodi riguardo, ‘sì com’ì non ne trattengo ne’ suo’ confronti ogniqualvolta dimostra di ser anni innanzi l’effettiva classe d’Accademia. Poc’altro è occorso durante l’ore di luce, mossi della mesa del tinello fin una taverna in Lylcoin prima ch’essi riprendessero la strada verso Lakelike. Domani, di contro, per quanto non abbia più avuto notizie da Florence, attendo quest’ultima presso l’appartamento d’April Street pe’ sgomitolare un poco del silenzio intrinseco che s’è ito creando nell’ultimi mesi. Ella mi ricorda sovente l’Arthur impantanato ne’ dubbi e timori che dovrìan ser consueti del venir grandi, dimenando l’arti colle palme aperte pe’ carpire un qualché d’utile e propedeutico alle risoluzioni de’ conflitti interiori fronte alle vicissitudini poco ideali del corso delle lune. Tento di dispensarle enormi sacche di consigli fondati d’esperienza, quando ‘l tempo concessomi e l’umore di fianco me lo concedono sin sfumature di rimprovero. Ch’oi Lily ed ella si confondano un poco nella ristrutturazione d’un rapporto diviene più che fondamentale, secondo il parere mio, per l’alienazione delle preoccupazioni di Florence sebbene per qualche mezzora soltanto, mascherando cotale svago a maniera di meditazione attiva. Dal canto mio, l’ultimo dì della settimana mi pone contro l’incombente mole di lavoro de’ dieci giorni successivi, già pianificati in agenda di torno della regione di Hillfoot e non solo. Sovente mi dimando s’il mio attuale livello d’intraprendenza ed energia potrà tener a bada l’istinto conservatore e minimalista del mio operato e, conseguentemente, agisco di conseguenza pe’ sicurarmi che sia ‘sì. Mira attuale pare ser proprio tale, impregnato della brama di movermi sin falle lungo il percorso ch’ho luminato oramai qualch’anno addietro. Vero è che son richieste alcune prove d’orgoglio e tenacia ma debbo ammettere di confidare in codesto viso al riflettente molto più di quanto probabilmente non sia mai accaduto in precedenza.

Samuel Parker, Eightown, Contea di Newgold, Regione di Saltworth, 1925


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