Il Diario dei Trialoghi Icastici #229 (#594)

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13/02/1925 – ore 19:30 – #229 (#594)

Oi l’obbligazioni pe’ la Frontprice m’hanno portato a travagliare con Mary Ratrun, occasione più unica che rara, date le dissimili operazioni che svolgiamo lungo l’arco de’ mesi. Presso Lylcoin, nella fascia esterna dedicata alle strutture industriali, v’è uno stabilimento della Hat Co. che non viene mai assegnato a noi venditori specializzati, sopra di tutto pe’ le attività di compilazione tabulati generiche e totali. La compagnia di Mary ha ravvivato un dì che poco altrimenti avea di che donarmi se non molte ore di solitudine e rimuginamenti, non necessariamente cosa malvagia, ben sia chiaro, ma debbo ammettere ch’il carattere comprensivo, dedicato e socievole della collega ha reso il tutto ben più che favorevole al mio umore – che di parpasso, tuttavia, non ha nulla di che invidiare al sole primaverile se debbo essere completamente sincero. Per vero, riguardo codesto ultimo punto, vi son ancora quistioni sotto pelle che mordono sin voce e i miei frequenti passaggi presso lo studio della dottoressa Nauer vengono effettuati per dare proprio un nome e un volto a cotanta inquietudine sommessa e bisbigliante. Ella m’ha proposto d’incipire una serie di piccole attività diarie mirate all’eradicazione del sottile fango piccicoso che filtra ‘n ogni gesto cotidiano e, calcando sull’ottimismo recente, non posso che attuare tali cangiamenti ad alcune fasi delle mie solitanze diarie, come quissà già aveo menzionato in una recente entrata di codesto libello. Tornando al dì che s’approssima a serrarsi, oi ci ha raggiunto anche il signor Tinsteel verso la terza ora del meriggio pe’ un breve dialogo col sottoscritto. Mary non s’è trattenuta con elli e un poco mi ha creato dispiacere poiché confido ch’abbiano molto di che dirsi – dato ch’ella stessa, durante le ciance della mane m’ha confidato fossero mesi che ‘n incrociava il guardo del signor Tinsteel. Quissà che non siano cotali negligenze da parte del signor Tinsteel a fomentare molte delle dicerie in circolazione che sottendono a un favoritismo ne’ mie’ confronti. D’un lato non me ne spiaccio, un poco poiché di fatto so ben di riuscire a tener fronte all’aspettative ch’il nome mio si reca appresso balzando di bocca ‘n bocca, e un poco poiché a seguito della poliedricità inarrivabile che sovente ho dimostrato nell’attività della Frontprice, credo di meritare un occhio di riguardo ben poco celato dall’invidia altrui. In molti tomi ch’han traversato le mia palme si narra di come sia fondamentale pe’ l’adepto rendersi di qualsivoglia maniera indispensabile all’occhi de’ superiori e ciò è costante obiettivo del mio operato. Per vero, talvolta mi sovviene l’impressione ch’il mio atteggiamento trasudi quella bisogna d’apprezzamento, quasi com’un’orare pe’ le lodi e su ciò debbo ancora lavorare. Assorbire le ammirazioni e le complimentazioni colla flemma che manifesto durante i mie’ periodi di isolamento sociale è divenuto oramai mira nell’ambiti di folla e compagnia. Molto ho di che travagliare ancora pe’ riuscire a mantenere una costanza di comportamento quand’ì capito d’in tra le interazioni diarie o straordinarie coll’altri individui. ‘Sì com’ho compiuto nel mio interiore, tuttavia, a suoni e caciare di fallimenti e batoste, ben han di che venire anche cotali mutazioni in ambito di gruppo. Vero è che di qualche modo debbo iscondere ‘l mio ego frequentemente affamato pe’ dar adito alle ciarle qualunquiste, alle ripetizioni, all’ignoranze, eppure molto v’è di cotante situazioni ov’una se non più lezioni s’han di che apprendere e disfruttare nel proseguio. Ch’il mio possa ser pittato a modo d’esperimento, ebbene, tal porrìa ser il modo tollerabile col quale io riesca a soffermarmi più del necessario nelli scambi coll’altri. Arduo sarà elidere il mio istintivo voler narrare de’ mie’ operati. Arduo ma sano, come ribadisce sovente il mio eco alli motti della dottoressa Nauer. Tali mie enunciazioni son velate richieste d’esser veduto come incommensurabile e invidiato. Non proprio pregi e poco v’è d’eleganza in cotanta boria.

Mary Ratrun, Bolinthos, Contea di Bolinthos, 1925


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