Il Diario dei Trialoghi Icastici #212 (#577)

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27/01/1925 – ore 17:00- #212 (#577)

Milliaia di minuscole solitanze permangono ancora ben salde nel mio girovagar dell’ore, istintivi riflessi che convergono verso lo spettro d’ella ch’or non tormenta più codesti muri da due anni oramai. Mi son udito fischiettare un motivetto composto per ella tanto tempo addietro, oi, salendo le scale d’April Street che mi portavano all’appartamento ov’or mi trovo. Predico sarà estremamente arduo scindere nel breve periodo lo che l’inconscio ha assimilato come parte di me medesimo e, di pari passo, osservare sgretolare la speme spontanea ch’indosso sin brama od orgoglio. Un gigantesco supporto, oggidì, è stato il vortice d’obbligazioni pe’ la Frontprice, grazie al cielo ben propinquo a Lylcoin, ne’ quali pochi attimi vi son stati pe’ prendere fiato come doveo. Le previsioni remunerative d’un dì d’impiego tale, tuttavia, son ben più che gratificanti pe’ lo sforzo fisico compiuto. Non sto ad elencare per l’ennesima volta le numerose cittadine visitate e le relative fabbriche di combustibile. L’ore che si presentano innanzi, orora che in fine ho lassato l’impegni del travaglio ai registri, credo saranno utilizzate nella maniera più produttiva che la mia mente alquanto spossata riesce a tollerare; aveo l’idea di completare alcuni brani per la riunione di domani della Fox Reprise ma ben so che non riuscirei a scollarmi dai primi periodi scadenti e prevedibili. Lasserò che il fine di settimana, compagnato da Lily, mi renda più efficace. Di contro, l’ultime mie esplorazioni in ambito letterario solista mi stanno spingendo verso alcune rielaborazioni liriche di atavici brani da me scritti quand’ancora, quissà, non teneo bene ‘n la testa quanto argute e funzionali fossero tali composizioni. Una sciacquatura di senno di poi e canoscenza profondita potrebbero giovare più di lo che perfino io stesso possa maginare al momento. L’altro dì rimuginavo sul fatto che le mie entrate del diario si fanno molto più minute col passare de’ mesi e, sopra di tutto, v’è un’esplorazione molto più interiore che una resocontazione dell’avvenimenti giornalieri cui partecipo. Per chiaro, l’intitolazione di codesto secondo libello, ben chiara nelle mie idee prima d’incipirlo, riflette cotanta virata verso l’introspezione ma debbo ammettere che sento la nostalgia de’ riassunti del mondo esteriore ch’osservo, il quale, sovente, m’ha fornito spunti di non poco conto per elaborare alcune epifanie che non avrebbero signato ‘sì tanto se non fossero state concepite in paragone e in ottica dell’eventi, dell’individui e della panoramica sociogeografica esperita. S’il flusso di pensieri ne’ prossimi giorni, settimane o mesi me lo concederà, ebbene, lasserommi digressare riguardo un poco piute.



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