Il Diario dei Trialoghi Icastici #199 (#564)

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14/01/1925 – ore 16:08- #199 (#564)

Era da molto che non ottemperavo all’obbligazioni assegnatemi dal signor Tinsteel senza la compagnia di qualcheduno e stamane ho completato alcune di codeste presso Greenrice, poscia un tragitto scandito dal gelo estremo dell’ultimi giorni. La notte ha scorso meglio dell’ultime settimane, con molta probabilità dovuto al cambio de’ panni e al rassettamento dell’intero quarto; tuttavia, ancor non son riuscito a destarmi percependomi rinsavito e agile come soleo fare ne’ mesi andati. Quissà il tepore dell’appartamento raggiunge picchi alquanto inapprezzati durante l’ore di buio, quissà i guanciali non sono dello spessore adeguato. Di fatto, anche le giunture alla base del capo son dolenzite da stamane. Tale disagio si ripercuote con non poche conseguenze scomode durante ‘l corso del dì ove mi vedo scivolare ‘n un letargico procrastinare che tento di bellare con più lena possibile sebbene l’insieme di fattori che contribuiscono al mio rallentamento della proattività son più di quelli che tendono ad automatizzare l’inerzia e la produttività. Dì per dì tenterò d’agevolare il mio flusso di attività lavorative e creatività nella maniera migliore possibile e, coll’aiuto d’Ada, infatti, ho previsto di agevolare ancora, se possibile, un riposo ottimale, coll’ultime sistemazioni nel quarto di riposo. Ella dovrebbe giungere a breve. Il resto dell’ore d’oi, appunto, non prevede molto di che concludere e permarrò in codesto detestabile nullafacere e continuo litigarlo finché non mi vedrò costretto ad agire riguardo in qualche maniera. Ho evitato, inoltre, d’acquistare chiare o chini durante le mie visite mattutine tra empori e fabbriche, di modo da sperimentare se quissà un eccesso d’essi potrebbe influenzare ‘sì negativamente sulla mia psiche da perturbare ‘l sonno. Dubito che siano quelle due chiare diarie a ribaltare ‘sì tanto l’antri del mio inconscio ma preferisco escludere tale ipotesi nel minor tempo possibile. Oi nessuna nuova, di contro, da Gersburg e ciò mi porta a supporre che non vi siano cangiamenti di sorta nella salute di Lily, se non in positivo. Annie suole scrivere quando il girotondo dell’avvenimenti volge per il negativo. Or lasso ch’il mio prossimo quarto d’ora scorra nell’attesa d’Ada – orbene, compagnato dall’eterna indissolubile attesa della medesima cagione per cui ancor numero l’entrate in testa al paragrafo. Chi sa s’un dì avrò di che contare ancora d’un incontro, l’ultimo.

Adalgise Ortensia Booch, Lylcoin, Contea di Bolinthos, 1925


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