Il Diario dei Trialoghi Icastici #195 (#560)

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10/01/1925 – ore 21:03- #195 (#560)

Ne vengo d’una lunga giornata che principia dal risveglio ancor sopito della camera d’albergo di Curdle ove, poscia una veloce coppa di caffé caldo, mi son riunito con Stewart e Charlotte per dirigerci verso l’Activa Corp. di Tenfeet. L’obbligazioni in loco non sono state complicate nonostante le nostre condizioni fisiche non fossero delle migliori, tutt’altro oserei dire. Stewart ne veniva d’una notte insonne a causa d’un qualché malsano nell’ultimo pasto della giornata addietro e Charlotte combatte da mesi con alcuni acciacchi cronici. Ì, dal canto mio, ancor non ho debellato completamente il malanno stagionale dell’ultimi giorni e sovente ho trascinato l’arti inferiori pe’ star al passo col programma mattutino. In seguito all’operazioni inventariali presso lo stabilimento suddetto, ci siamo trasferiti presso St. Oresville, una località di poco lontano, maculata da uno sfarzo atipico lungo alcune delle sue stradine, schiacciata fra i monti a settentrione e la distesa d’acqua alla parte di contro. Quivi abbiamo desinato umilmente presso la taverna di due cordialissime proprietarie, chiaramente straniere ma ben inserite nel contesto Britannico da molti anni, come l’accento lasciava trasparire. Poc’altro ne viene del dì se non il lungo tragitto di rientro verso Bolinthos. La carrozza di Stewart m’ha recapitato presso Sageville a metà del meriggio, sotto un cielo scorbutico e ventoso e, dallì, ho recuperato la mia carrozza per giungere in Bolinthos verso la sesta ora. Il torbido mio cogito è dovuto alle molte ore fuor dell’appartamento d’April Street, nido del quale oramai percepisco la mancanza quando i dì van via sin ch’ì possa crogiolarmi nelle solitanze a me ‘sì care. Tuttavia son riuscito, oi piute d’ieri, ad apprezzare la compagnia de’ mie’ due compagni di missione, s’il termine mi vien concesso, coi quali, quissà da molto tempo in quivi, ho lassato trapelare alcune mie sensazioni personali che sol’il diario qui in fronte conosce: Charlotte ben sa ove toccare pe’ sgraffignarmi una favella o due riguardo le mie peripezie interiori e non m’ha stupito più di molto se m’è capitato d’accennarle del mio eterno e costante vortice di quesiti di torno a Valerie e tutto ciò che ne comporta. Per quanto ‘l tutto resti celato dal velo d’un insperato impossibile che ‘n avrà da venire, ella comprende la mia necessità di galleggiare ai talloni della mia musa crudele fino ‘l confino del dolore. Controproducente, ben mi ripeto, ma di ‘sì rara natura ch’anche il resto de’ prossimi cento paragrafi riguardo sarebbero mera briciola per lo ch’Ella ‘n me ancor smuove. E ‘sì di nulla spiove un altro dì sin il cor mio.

St. Oresville, Contea di Kingshire, Regione di Lakelike, 1925


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