05/01/1925 – ore 19:58- #190 (#555)
Ambivo a concludere più di lo ch’in fondo posso considerare raggiunto, oggidì. Nulla di cui lagnarsi, il ciel mi scampi, ma l’ore vacue d’un dì lontano dall’impiego avrebbero potuto fornirmi parecchi più spunti se non fosse per l’effettivo torpore letargico che mi son trascinato indosso fin dalla sveglia. È molto tempo, oramai, che ‘l reposo dell’ore di buio non puote esser denominato soddisfacente e vò perlustrando in lungo ellargo alla ricerca delle corrette cagioni o comportamenti. Chiaramente non si tratta del mio indulgere ne’ vizi datosi la mia ligia astinenza recente, nè tantomeno codest’ultima, datosi ‘l trascorso donde ne derivo. Chessìa la temporanea solitanza intrinseca data dalla presenza di Lily? Sebbene rammento anche dì faticosi addietro, nell’ultimi giorni dell’anno scorso ov’ella giaceva meco fianco e l’insonnia ha regnato sin disturbo alcuno. M’aggraderebbe escludere l’ineluttabile agogna de’ giorni che furono con Valerie sebbene, di contro, per vero, per quanto galleggi d’un pensiero l’altro durante la veglia, pochi son l’attimi cui mi lasso strattonare dai morsi al ventre come soleo far mesi e anni addietro. Ada m’ha suggerito la banale sostituzione del guanciale, sebbene non sia a conoscenza di tutti i tentativi con tutti i guanciali recuperati per l’appartamento. Quattro o addirittura cinque d’essi, dissimili e strambi addirittura, eppur nulla di fatto. Ho ponderato a lungo, oi, sui possibili effetti d’ogni mia singola solitanza diaria ma non ne son ancora venuto a capo. Tenterò ulteriormente nelle settimane a venire, registrando mentalmente una qualunque parvenza di successo colla speme di rammentare l’attività che n’hanno influenzato il corso notturno. Per il momento, l’ultime poche ore del vespro verrò di dedicarle a utili approfondimenti letterari di modo da sortire da codesta domenica colla quiete d’aver scialacquato meno ore possibili. Vero rimane che ho cominciato novamente a scribacchiare sull’altri mie’ libelli e, per quanto alle dita e alla mente serva una lena molto differente dalla ostentata oggi, v’è un cappotto dolciastro d’ottimismo ch’abbraccia le mie papille gustative.


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