13/09/1924 – ore 15:11 – #76 (#441)
Fu d’enormi propositi la mane presta ch’attendea di fori dell’appannate d’April Street, cinta d’un’aria ‘sì fresca e buona che già mi son obliato de’ caldi infernali che l’ultimi due mesi han poggiato sull’intera Britannia. Wedgeville sarebbe stata compagna delle mie obbligazioni mattutine ma non avrei pensato ch’allo rivare del mezzodì mi sarei visto epurato d’ogni qualsivoglia energia o motivazione, quissà pe’ l’infiniti tabulati ch’ho avuto di che compilare presso la grande fabbrica Vendrot poco fori delle mura della città. Nelle mie annotazioni mi son procurato di gittare le poche frasi ch’oramai dedico a codesto dì tan funesto quanto lodato, per quanto d’inconscio e irragione, bàdisi. Giacché, non mi dilungo pur in codesto libello, sebbene non vi sia molto di che narrare dell’oi. Qualche scambio epistolare con Charlotte, al seguitare dell’incontro d’ieri, rinnova un rapporto già ben saldo, ch’ha solo di che maturare in colore, ov’ì oramai pur con la di ella donnina vo’ mostrando amicizia pulita. Non ho, di contro, nuove da parte di Juliet, e dubito ch’il meriggio irà pe’ consegnarmi una qualche risposta, conoscendo l’abitudini ben celeri del nostro rapporto epistolare. Attenderò giustifiche ne’ dì a venire, consapevole ch’il contrattempo del caso sia ben più che comprensibile a posteriori. Florence, di suo conto, potrebbe ser l’unica ch’accomoda la mia intrinseca ricerca di solitudine nel dì odierno, sebbene non ne abbia la certezza assoluta riguardo. Ella, tuttavia, ben capace a legger didentro le righe e l’assenza d’esse, ben savia de lo ch’ha occorso con la di cui il nome non fo’ più, comprende quell’irrazionalità a me ‘sì tanto piccicate ne’ dì ch’han significato parecchio nell’anni addietro. Lasso, come solgo fare nel debole gocciolare della speme esausta e infantile, solo un piccolo presente posto geometrico e tristo di sopra della piccola madìa ch’ad Ella teneo fitta de’ suo’ ciarpami personali. In qualche ora, il pensier e’l resto torneran di casa dentro ‘l baule polveroso che lento muffa di lato del mio giaciglio. Ada, tuttavia, riverà pronta d’un minuto l’altro e lo che le rime e la penna non fanno colla mia testa ventosa, lo faranno i detergenti e li strofinacci sul mobilio.

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