TESTO
Well, now, I leave this goddamn town
And all the sadness that it bled
And the face in the bathroom mirror
Is a proper symbol of this wreck
So as the hay bale rolls away
Like in the cheapest horror scene
I wear the silhouette chalked on the sidewalk,
Close my eyes and count to three
But these ghosts don’t leave
And hence I sway,
I creep through my fears,
I won’t slip back
To the same mistakes.
I’m way too lost today
And I’m waiting
For the last train back home.
Right now I linger in my dreams
‘Cause you’ve just fucked up my whole life.
I’m sick and tired of singing
‘Cause you’re in every fucking line.
So as the sharks suit up to feast
With what’s left of my treasure chest,
I kiss my wrist, regret the seasons
I’ve been laying in my bed
Nose over tail.
But now I sway,
I creep through my fears,
I won’t slip back
To the same mistakes.
I’m way too lost today
And I’m waiting
For the last train back home.


TRANSLATION
Casa
Ebbene, ora lascio questa dannata città
E tutta la tristezza che ha versato,
E il volto nello specchio del bagno
È il simbolo perfetto di questo disastro.
Così, mentre una balla di fieno rotola via
Come nella scena più scadente di un horror,
Indosso la sagoma tracciata col gesso sul marciapiede,
Chiudo gli occhi e conto fino a tre,
Ma questi fantasmi non se ne vanno.
E quindi ondeggio,
Striscio tra le mie paure,
Non scivolerò di nuovo
Negli stessi errori.
Oggi sono troppo perso
E sto aspettando
L’ultimo treno per tornare a casa.
Adesso indugio nei miei sogni
Perché hai appena mandato in rovina tutta la mia vita.
Sono stanco marcio di cantare
Perché sei in ogni dannata strofa.
Così, mentre gli squali si preparano a banchettare
Con quel che resta del mio forziere,
Bacio il mio polso, rimpiango le stagioni
In cui sono rimasto disteso nel mio letto
Capovolto.
Ma ora ondeggio,
Striscio tra le mie paure,
Non scivolerò di nuovo
Negli stessi errori.
Oggi sono troppo perso
E sto aspettando
L’ultimo treno per tornare a casa.

ANALISI AI
“Home” è una canzone intrisa di malinconia e disillusione, che racconta un viaggio tanto fisico quanto interiore, segnato dal peso del passato e dalla ricerca di una redenzione ormai sfuggente. Il protagonista lascia alle spalle una città carica di dolore, un luogo che ha impregnato ogni angolo della sua esistenza con tristezza e disfatta. L’immagine riflessa nello specchio del bagno diventa il simbolo tangibile di un fallimento ormai impossibile da ignorare, mentre la scena della balla di fieno che rotola richiama l’estetica stereotipata dei film horror di bassa qualità, accentuando un senso di irrealtà e predestinazione al disastro. L’idea di “indossare” la propria sagoma tracciata col gesso sul marciapiede, quasi come un sudario, suggerisce un’identificazione con la morte simbolica di sé stesso, un atto che segna il tentativo di separarsi dal proprio passato. Eppure, i fantasmi non se ne vanno: il tormento interiore persiste, riaffiorando con un’inquietante insistenza.
Il ritornello esprime il tentativo disperato di non ricadere negli stessi errori, di affrontare le proprie paure senza cedere al peso dei rimpianti. Tuttavia, il senso di smarrimento è totale: il protagonista è troppo perso per trovare una direzione, e tutto ciò che può fare è aspettare un simbolico “ultimo treno per tornare a casa”, un’immagine che può rappresentare tanto il desiderio di riconciliazione con sé stesso quanto un ultimo atto di resa alla propria disperazione.
Nella seconda strofa, il tono si fa ancora più amaro e risentito. Il protagonista si rifugia nei sogni perché la realtà è diventata insostenibile, segnata dall’impatto devastante di una persona che ha distrutto la sua esistenza. Ogni tentativo di esprimere il proprio dolore attraverso la musica è diventato un’ulteriore condanna, perché ogni parola, ogni verso, è infestato dalla presenza di questa figura oppressiva. L’immagine degli squali che si preparano a divorare ciò che resta del suo tesoro enfatizza il senso di spoliazione emotiva, mentre il bacio sul polso e il rimpianto delle stagioni trascorse immobile nel letto rimandano a un profondo senso di impotenza e autolesionismo.
Il brano si chiude riprendendo il ritornello, ribadendo il conflitto tra la volontà di non ripetere gli errori del passato e la sensazione di perdersi inesorabilmente. La speranza di trovare una via d’uscita è fievole, e il “ritorno a casa” rimane un concetto sfumato, forse irraggiungibile, in un viaggio fatto di rimorsi, alienazione e una ricerca di significato che sembra non trovare risposta.
Well, now, I leave this goddamn town and all the sadness that it bled
L’incipit del brano è immediato e d’impatto, presentando fin da subito il tema della fuga come necessità esistenziale. L’uso del termine goddamn enfatizza il disprezzo per la città che il protagonista sta lasciando, un luogo che non è solo geograficamente ostile ma anche emotivamente opprimente. L’espressione all the sadness that it bled suggerisce un’immagine potente e viscerale: la città viene personificata come un corpo vivente che ha “sanguinato” tristezza, lasciando intendere che ogni suo angolo, ogni sua strada sia impregnata di dolore, quasi fosse una ferita aperta. Il verbo bled (ha sanguinato) introduce un senso di passività e inevitabilità, come se il dolore fosse una conseguenza naturale e inarrestabile della vita in quel luogo. La decisione di andarsene non è solo una scelta razionale, ma una forma di autodifesa, un disperato tentativo di lasciarsi alle spalle un ambiente che ha prosciugato ogni speranza e felicità.
And the face in the bathroom mirror is a proper symbol of this wreck
Qui il testo sposta l’attenzione dal paesaggio esterno all’interiorità del protagonista, utilizzando l’immagine dello specchio come mezzo di autoriflessione e riconoscimento del proprio stato di rovina. La parola wreck (rovina, disastro) non si riferisce solo alla condizione emotiva del protagonista, ma probabilmente anche a un deterioramento fisico, suggerendo il peso di esperienze distruttive come abuso di sostanze, insonnia, stress o depressione. Il volto riflesso nel bagno, un luogo spesso associato alla solitudine e all’intimità più cruda, diventa la manifestazione tangibile della devastazione interiore. L’aggettivo proper (appropriato, perfetto) suggerisce un senso di rassegnazione: il protagonista riconosce che la propria immagine riflessa non è altro che la conferma di ciò che è diventato, un simbolo inequivocabile della sua disfatta.
So as the hay bale rolls away like in the cheapest horror scene
Con questa immagine il testo introduce un elemento cinematografico che richiama i cliché dell’orrore di bassa qualità, in particolare le scene ambientate in città fantasma o luoghi abbandonati, dove una balla di fieno rotola nel silenzio. Il paragone con un cheap horror scene non solo aggiunge un tocco di ironia amara, ma enfatizza la sensazione di irrealtà e di abbandono. La città che il protagonista sta lasciando non è solo un luogo di dolore, ma sembra quasi un set fittizio, un posto che ha perso ogni autentica vitalità, ridotto a uno sfondo privo di sostanza. L’uso di rolls away introduce anche una metafora del distacco: proprio come il fieno viene spinto dal vento senza una direzione precisa, anche il protagonista si sta lasciando trasportare, senza una meta chiara, guidato solo dall’impulso di fuggire.
I wear the silhouette chalked on the sidewalk
Questa immagine è una delle più suggestive e cariche di significato dell’intero passaggio. La silhouette chalked on the sidewalk richiama immediatamente il disegno col gesso che viene tracciato dalla polizia attorno ai corpi delle vittime di crimini violenti. Il protagonista, dicendo di “indossare” questa sagoma, compie un atto simbolico estremamente forte: si identifica con un cadavere, come se fosse già morto in un senso figurato, vittima degli eventi che l’hanno portato a questo punto. L’uso del verbo wear (indossare) rafforza l’idea di una trasformazione totale, quasi fosse un abito, una seconda pelle che aderisce al suo essere. Non si tratta solo di una metafora di disperazione, ma anche di un’accettazione del proprio fallimento: il protagonista si percepisce come qualcuno che ha già oltrepassato il limite della propria esistenza emotiva e psicologica, un fantasma di sé stesso che cammina tra i vivi con il marchio indelebile della propria rovina.
Close my eyes and count to three but these ghosts don’t leave
Questa chiusura del passaggio introduce un ultimo elemento di disperazione: il protagonista cerca di compiere un atto di rimozione, chiudendo gli occhi e contando fino a tre, come se fosse un bambino che spera che, al riaprirli, i suoi problemi scompaiano. Il gesto richiama la fuga mentale, il tentativo di resettare la propria realtà, di svegliarsi da un incubo in cui è intrappolato. Tuttavia, il verso si chiude con un’amara constatazione: these ghosts don’t leave. I fantasmi, simbolo del passato, dei traumi, dei rimpianti e delle paure, rimangono saldamente ancorati alla sua esistenza. Non importa quanto tenti di fuggire, chiudere gli occhi o ricominciare da capo, perché questi demoni interiori lo seguiranno ovunque vada. L’uso della negazione assoluta (don’t leave) rende l’affermazione definitiva e inappellabile, suggellando la sensazione di impotenza e condanna.
And hence I sway
L’uso dell’avverbio hence introduce un senso di conseguenza logica rispetto a ciò che è stato detto nei versi precedenti: il protagonista, ormai stremato dalla sua condizione esistenziale, reagisce oscillando, fisicamente o metaforicamente, sotto il peso del proprio stato emotivo. Il verbo sway implica un movimento instabile, un ondeggiare che può essere interpretato in diversi modi. Da un lato, suggerisce un’instabilità fisica, forse dovuta alla stanchezza, all’uso di sostanze o alla pura esaurimento mentale. Dall’altro, può rappresentare un’incertezza interiore, un vacillare tra il desiderio di resistere e la tentazione di arrendersi completamente. Il soggetto sembra trovarsi in un limbo, in bilico tra il cedere ai fantasmi che lo perseguitano e il tentativo disperato di mantenere un minimo di controllo su sé stesso. Il tono è quasi rassegnato, ma lascia trasparire una forma di resilienza passiva, un lasciarsi andare senza tuttavia crollare del tutto.
I creep through my fears
Il verbo creep porta con sé un senso di furtività, di avanzamento lento e silenzioso, quasi strisciante, tra le proprie paure. Non c’è una sfida diretta, non c’è un confronto aperto con i timori che attanagliano il protagonista, ma piuttosto un tentativo di attraversarli con cautela, cercando di non esserne sopraffatti. Questa scelta verbale suggerisce una condizione di debolezza, di precarietà: il protagonista non ha la forza di combattere i suoi demoni, ma cerca comunque di muoversi tra essi, quasi sperando di poterli oltrepassare senza essere notato. Le paure qui evocate non vengono specificate, lasciando spazio a un’interpretazione ampia che può includere rimpianti, traumi, sensi di colpa o il terrore dell’incertezza sul futuro. L’immagine complessiva è quella di una lotta silenziosa, di un individuo che, seppur in difficoltà, non si è ancora arreso del tutto.
I won’t slip back to the same mistakes.
Con questa dichiarazione, il protagonista esprime un’intenzione chiara: evitare di ricadere negli errori del passato. L’uso del verbo slip back è particolarmente significativo, perché indica una ricaduta involontaria, quasi inevitabile, come se tornare agli stessi errori fosse la traiettoria naturale verso cui la sua vita tende. Questa scelta linguistica suggerisce che la lotta contro le proprie tendenze autodistruttive non è ancora vinta, che esiste un rischio concreto di tornare a compiere scelte sbagliate. Tuttavia, la frase è formulata in modo risoluto: I won’t, una negazione netta e definitiva, che esprime una volontà ferma di interrompere il ciclo di autodistruzione. Questo verso rappresenta quindi un punto di svolta, un momento in cui il protagonista tenta di affermare un certo controllo sul proprio destino, anche se il tono generale della canzone lascia intendere che questa promessa potrebbe essere più un desiderio che una certezza.
I’m way too lost today
Qui il senso di smarrimento del protagonista viene dichiarato apertamente e in modo quasi esasperato. L’espressione way too enfatizza la profondità della sua confusione, come se la sua condizione fosse ben oltre il semplice disorientamento, al punto da renderlo incapace di trovare una direzione. Il riferimento al today suggerisce che questa sensazione sia particolarmente acuta in quel preciso momento, ma lascia intendere anche una continuità con il passato: non è una situazione nuova, bensì l’apice di un lungo processo di perdita di sé stesso. Il verso, posizionato subito dopo la dichiarazione di non voler ricadere negli stessi errori, crea una tensione tra intenzione e realtà: se da un lato il protagonista afferma con determinazione di voler cambiare, dall’altro ammette che la sua condizione attuale non gli permette ancora di vedere una via d’uscita chiara.
And I’m waiting for the last train back home.
L’idea di aspettare un treno suggerisce uno stato di passività, di attesa di qualcosa che possa riportare il protagonista a casa, un concetto che, nella canzone, assume una valenza simbolica. Home non è necessariamente un luogo fisico, ma piuttosto uno stato mentale di pace, sicurezza e appartenenza, qualcosa che al momento appare irraggiungibile. Il riferimento al last train aggiunge un senso di urgenza e di finalità: non si tratta di un viaggio qualsiasi, ma dell’ultima possibilità di ritrovare un senso di stabilità. Questo verso racchiude l’essenza stessa del brano, condensando la sensazione di perdita, il desiderio di riscatto e la paura di non riuscire a tornare indietro. Il protagonista è intrappolato in un limbo, tra il desiderio di cambiamento e l’incapacità di muoversi attivamente verso di esso, sperando che qualcosa dall’esterno possa riportarlo alla condizione che ha irrimediabilmente smarrito.
Right now I linger in my dreams ‘cause you’ve just fucked up my whole life.
Il verso si apre con una confessione dolorosa che evoca un’introspezione struggente. Il termine linger (rimango) implica un senso di rimanere intrappolato in un presente che non offre via d’uscita. Il protagonista non riesce a distaccarsi dalla propria dimensione onirica, un mondo che rappresenta una fuga dal disastro che è diventata la sua vita quotidiana. L’uso di dreams suggerisce che questi non siano sogni nel senso positivo o idealizzato, ma piuttosto una sorta di illusione, un luogo dove il protagonista tenta di rifugiarsi per non affrontare la realtà. La seconda parte del verso, ‘cause you’ve just fucked up my whole life, è un’accusa diretta a un altro individuo, presumibilmente una persona significativa per il protagonista, la cui azione (o inazione) ha avuto conseguenze devastanti sulla sua esistenza. Il linguaggio volgare, con l’uso del termine fucked up, non è solo un’espressione di frustrazione, ma rappresenta anche un punto di rottura emotiva, in cui il protagonista riconosce senza mezzi termini l’impatto negativo che questa persona ha avuto su di lui, portandolo a uno stato di disgregazione e distruzione.
I’m sick and tired of singing ‘cause you’re in every fucking line.
Questo verso amplifica il tema del risentimento e della saturazione emotiva. Il protagonista esprime una sorta di stanchezza, sia fisica che emotiva, nei confronti della sua stessa espressione artistica. Il fatto che you’re in every fucking line implica che la persona che ha causato il suo dolore sia presente, come un’ossessione, in ogni sua creazione, ogni sua parola. Non si tratta più di una semplice ispirazione, ma di una continua invasione della sua mente e della sua arte. Il canto, che all’inizio poteva essere stato un mezzo di espressione o catarsi, è diventato ormai un peso, intriso di sofferenza e rabbia, al punto da essere vissuto come una costrizione. La ripetizione dell’espressione volgare, fucking line, accentua il senso di frustrazione e di impotenza che il protagonista prova.
So as the sharks suit up to feast with what’s left of my treasure chest,
In questo verso, l’immagine dei sharks (squali) viene evocata con una potenza simbolica estremamente forte. Gli squali, predatori impietosi, simboleggiano coloro che approfittano della debolezza altrui, in questo caso evidentemente le persone che si avvicinano al protagonista ora che la sua vita è in rovina. Il fatto che suit up (si preparino) suggerisce che questi “predatori” si stiano preparando in modo calcolato, quasi in maniera elegante o premeditata, per approfittarsi di ciò che resta del “forziere” del protagonista, simbolo di ciò che un tempo era la sua ricchezza emotiva, fisica o psicologica. Il termine treasure chest evoca un’immagine di qualcosa che una volta era prezioso, ma che ora è stato depredato, ridotto a un guscio vuoto. La parola feast (banchetto) suggerisce un atteggiamento parassitario, come se i “predatori” stessero aspettando solo il momento giusto per consumare ciò che rimane del protagonista, beffandosi della sua miseria.
I kiss my wrist, regret the seasons I’ve been laying in my bed
Il gesto di kiss my wrist suggerisce un atto di solitudine e auto-consolazione. Il bacio al polso potrebbe essere simbolico di un tatuaggio importante, probabilmente legato a un’esperienza passata con una persona che ora non c’è più. Il polso è una parte del corpo che spesso viene associata a segni permanenti, come i tatuaggi, ma anche a gesti di auto-riflessione e rimpianto. Il protagonista sembra quindi chiedere perdono a sé stesso per aver perso tempo o aver vissuto in una condizione di immobilità emotiva, come suggerisce il verso regret the seasons I’ve been laying in my bed. La parola seasons è significativa, poiché suggerisce un lungo periodo di tempo in cui il protagonista ha vissuto in un torpore, quasi incapace di reagire o di cambiare. Il termine laying (stare sdraiato) implica un senso di passività, di resa, come se la persona avesse rinunciato ad agire o a lottare per uscire dalla propria sofferenza. Questo passaggio rappresenta un riconoscimento della propria impotenza, un rimpianto per il tempo perso in uno stato di apatia.
Nose over tail.
Il termine nose over tail porta con sé un doppio significato. Da un lato, c’è l’immagine di qualcosa che si ribalta, che va fuori controllo, come un animale o un veicolo che compie un capovolgimento. Questo suggerisce una situazione di disorientamento, di perdita di equilibrio, un momento in cui tutto sembra andare in frantumi. D’altra parte, nose over tail è un’espressione idiomatica che indica l’essere completamente innamorati, perso in una persona o in un’esperienza, come se il protagonista si fosse capovolto emotivamente per qualcuno o qualcosa, come accade in una relazione amorosa travolgente. Questo gioco di significati sottolinea il contrasto tra il disordine e la passione, un tema ricorrente nel brano, dove il protagonista è sopraffatto sia dai suoi sensi che dalle sue emozioni, incapace di ritrovare una stabilità. La scelta di includere questo doppio significato non fa altro che rafforzare l’ambiguità del brano, in cui i temi della sofferenza, dell’amore e del rimpianto sono intrecciati in modo complesso e irrisolto.
“Home” si presenta come una riflessione intensa e cruda sulla disillusione, il rimpianto e la lotta interiore. Il protagonista si trova in un momento di profonda confusione e disperazione, desiderando allontanarsi da una realtà che lo ha sopraffatto, mentre si confronta con i fantasmi del passato e le cicatrici lasciate da errori ormai difficili da cancellare. La città che lascia è il simbolo di un ambiente che ha drenato ogni speranza, e l’immagine dello specchio nel bagno suggerisce un incontro scontroso con la propria identità, ormai segnata dalla sconfitta e dalla solitudine. Il viaggio fisico, simbolico del “treno” e del continuo “ondeggiare” attraverso le paure, rappresenta la ricerca di una via d’uscita, ma anche la difficoltà di abbandonare vecchi schemi, in un ciclo che sembra condurre sempre allo stesso punto di partenza. La musica, carica di tensione emotiva, accompagna il protagonista mentre fa i conti con una realtà in cui non riesce a sentirsi a casa, nemmeno nel proprio corpo, e si scontra con l’inevitabilità di errori che sembrano destinati a ripetersi. La ripetizione del desiderio di “scappare” dal dolore e il senso di smarrimento, che si riflettono nell’aspettativa del “ultimo treno”, delineano una visione del mondo tragica e inesorabile. La canzone, dunque, si impone come una riflessione sul conflitto tra il desiderio di redenzione e la sensazione di impotenza, senza trovare risposte facili. Essa si sviluppa attraverso immagini forti e contrastanti, come la tristezza espressa dal volto nello specchio e l’auto-distruzione che si manifesta nel polso baciato, ma anche nel rifiuto di cedere alla rassegnazione. In questa composizione, la lotta per trovare un senso in un mondo che appare privo di significato risulta dolorosa ma, al contempo, irresistibile, creando un dialogo interiore che riflette il caos emotivo del protagonista.

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Lyrics by Marco Delrio, Music by Walter Visca, Marco Delrio,Damiano Giordano
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