Il Diario dei Trialoghi Icastici #49 (#414)

16/08/1924 – ore 17:36 – #49 (#414)

Molti giorni han scorso dell’ultima mia entrata in codeste pagine. Vi sono vari motivi che ne giustificano l’occorrenza. Il principale, più palese, è la mia mancata disciplina, aimè, ch’ho lassato dissiparsi ‘n una laguna di torbide insicurezza ch’ormai da mesi non percepivo ‘sì crudeli ne’ mie’ confronti. Mi son visto quistionare l’intero mio approccio verso ‘l sentiero ch’ho deciso d’intraprendere oramai più di quattrocento giorni addietro e, quissà, la consapevolezza d’aver colpito colle gote la realizzazione di non percepirmi presso un soddisfacente punto dello stesso sentiero disegnatomi innanzi m’ha di molto destabilizzato. Son certo che nelle prossime settimane mi vedrò ricapitolarne varie sfaccetture nel tentativo di riprendere pe’ le redini l’intero mio volere razionale. Altra cagione della mia assenza ‘sì prolungata dalle cronistorie diarie è stata la debilitazione fisica ch’ha compagnato il succitato vortice di tenebre. Il tutto, di fatto, è stato esacerbato dal torrido sole ch’ha investito la contea di Bolinthos nell’ultimo mese. Non credo d’aver mai sofferto ‘sì tanto le calure estive come nell’ultime settimane. Questo è un breve frammento ch’attesta il mio ritorno alle autoimpostemi ma necessarie solitanze proattive quali la stesura di codesto secondo libello cotidiano. Ivi mi vedo promettere di non mancare più a cotanta disciplina pe’l resto di codesto libello. Tuttavia, se d’un lato m’irrita aver lassato all’oblio qualche settimana del mio vivere – per chiaro, poco di che contare dal punto di vista materiale – dall’altro mi vedo chetamente sereno nell’avulgere dal giudicarmi ‘sì ferocemente come ‘sì tante volte feci addietro. La mira odierna è la di trovare uno scampolo di giornata pe’ narrare delle mie vicissitudini, crollassero i cieli.