Il Diario dei Trialoghi Icastici #5 (#370)

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03/07/1924 – ore 20:02 – #5 (#370)

Ho incontrato il signor Tinsteel presso la Crosspath Factory di Neckwood, stamane, sotto l’ennesimo diluvio che affligge la contea di Bolinthos. Tragiche nuove giungono via giornale dalle contee di Augustine e di Greenrice ove pare che l’inondazioni continuino a disastrare zone urbane molto abitate. Finora, nessuna tragedia di cui discorrere salvo l’ovvie complicazioni del caso alla vita usuale dell’abitanti delle zone succitate. D’ogni modo, ì e ‘l signor Tinsteel, oi, abbiamo condiviso la mane pe’ una decina di piccoli stabilimenti delle zone di Craneville, Neckwood e la parte occidentale di Bolinthos, tentando di raccapezzarci un qualché sul progetto della White Swan che richiede dati per vero assurdi e confabulazioni astratte da sciorinare ai responsabili dei reparti di combustibili a secco. Il processo di stoccaggio dell’ingredienti pe’ il carburante White Swan ha da sempre avuto un rigoroso metodo conveniente alli stabilimenti per quanto riguarda velocità e ottimizzazione e, da inizio settimana, la White Swan pretende che tale metodo venga completamente cangiato; il tutto avrebbe senso se non fosse che i barili forniti dalla stessa White Swan non hanno subito modifiche alla forma chiaramente sconveniente per l’impilazione richiesta e, sopra di tutto, cosa che ci siamo dimandati varie volte io e ‘l signor Tinsteel nella mane, non si riesce a capire la vera motivazione di tale progetto. A differenza di tutti l’altri clienti del mondo carburante, la White Swan pare essere ossessionata dall’effettiva geometria di stoccaggio all’interno dei reparti e non dalla presenza completa di tutti l’ingredienti di loro marchio. Non mi dilungo più nello specifico ché la quistione diventerebbe noiosa perfino per me che già ne discorro tutti i dì con colleghi, responsabili e superiori. Tuttavia, la remunerazione è la più alta che abbia mai ricevuto per quest’interventi e, finché la White Swan richiede solo codeste interviste e ricerche, mi tratterrò dal lamentarmi e far troppe domande riguardo. Non v’è stato molto altro di che narrare, dal punto di vista operativo, lungo l’ore di sole e d’impiego, oi; col signor Tinsteel, d’altro canto, riesco sempre a trovare spunti di conversazione interessanti, ben oltre anche il solito ciarlare de’ colleghi, delle prestazioni sul campo e dell’aspetto retributivo del nostro impiego. La quantità di obbligazioni e urgenze assegnatami giorno per giorno continua ad aumentare e mia intenzione è continuare a promettere ‘l completamento delle stesse sebbene si richiedano sforzi sempre crescenti al mio carattere e fisico; di fatto, proprio oggidì, ho dovuto dimandare al mio superiore di congedarmi poscia il desino in Bolinthos poiché percepivo la bisogna di cadere ‘n deliquio. Il signor Tinsteel è stao molto comprensivo e m’ha compagnato fin la stazione di Neckwood pe’ lassarmi tornare ‘n April Street a ricuperare l’energie. ‘Sì ho fatto per il meriggio rimastomi, lassandomi spostare solo fin dalla poltrona allo scrittoio, sebbene ancor preso dell’obbligazioni cartacee in mio possesso di che completare e della programmazione de’ prossimi giorni d’impiego. Rimane poco tempo per concludere tutte l’urgenze e non posso permettere di scialacquare troppe ore pe’ la mia scarsa capacità di mantenere i mie’ livelli operativi adeguati. Sin stremarmi, sia chiaro. Inoltre, nel meriggio, una missiva da Watson per ordine del mio convogliatore bancario, m’ha comunicato d’un’incongruenza ne’ registri dell’ultimi mesi, cosa ch’aveo già presunto visti i telegrammi da parte dell’ufficio della Frontprice che chiedevano delucidazioni su alcune cifre dichiarate. Nulla di cui preoccuparsi, d’ogni modo, sebbene l’unica soluzione sia recarmi di persona presso l’edificio in Lylcoin nel meriggio di domani, di torno dalla contea di Sanders – zona ch’ho programmato per soddisfare richieste informative da parte del signor Manners della Kryomont – e, successivamente, stilare un rapporto correttivo da spedire all’uffici della Frontprice. Il tutto non dovrebbe richiedere più d’una mezz’ora, anche se parecchio resta in dipendenza dalla folla che troverò presso il mio fornitore di servizi bancari. Oi non mi lasso a briglia sciolta sulle quistioni che didentro un poco m’ingarbugliano l’umori poiché non credo che discorrerne ora – colla testa ancor pesata dall’obbligazioni d’oi e dal recente rischio di mancamento fisico –  sia propedeutico a una stesura razionale, completa e per giunta addirittura onesta di tali ragionamenti. V’è d’ammettere che molto del mio fastidio riguardo ne viene de’ lampi onirici ch’infuriano sin guinzaglio. Per vero, com’annunciano molti tomi che leggo, tali son come tale penso sin voler pensare e, quissà, proprio codesta assenza di controllo sull’oggetto del mio ego inconscio mi lassa seccato. Con buona probabilità debbo legger una volta ancora ‘l libello ch’ho terminato oi, scritto dal professor Himberries, che si dilunga in maniera molto assennata su un’apologia dell’oblio che pare fin troppo allettante pe’ scordarla sepolta sotto l’altre mie letture; sopra di tutto or che ne sento davvero la bisogna.

Prof. Rupert Himberries, Minestern, Contea di Minestern, 1924


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