#13254-19
Fronte al gianco dell’esiger motti, il cogito va’ dimandando s’un qualché di fatto ho di ch’iscrivere o s’è solamente ‘n spargere fiocchi di sale sulle rocche del mare. Or ch’anche i dì che temevo o attendevo s’han iti, or ch’i dì che bramo o che detesto han di che venire, ove mi trovo_ora? A farfugliar dell’echi del silenzio che d’un calcinaccio all’altro sponda e mira. Dicomi sovente ch’il dì ha di che cangiare e ‘n enunciarlo un poco va calcando i contorni dello ch’è lo che deve ser il fine ultimo. E poscia un celere crezzare ‘l soffice traguardo, ne vengono le spire dell’ogniddì. Or col fresiato in lo stomaco anelo urlare, fuggire, tornar d’ella. Codesta è l’ebbrezza diavolo d’un cielo.ℳ ᵝ

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