ALTREBIRRE | Bevute Narrate #05: “Electric Shock 220 Volts” by Boia

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Bevute Narrate è una collana di istanti degustati.
Un sorso che si fa frase, un bicchiere che si fa scena.
Qui la birra non è recensita. È raccontata.

“Electric Shock 220 Volts”
by Boia Brewing
📈 ABV: 6.0%
💥 IBU: N/A
🎯 Stile: DDH IPA


⚡ Postazione Notturna

Ci sono birre che scegli. Altre che ti aspettano già aperte nella tua giornata, tra la fatica e il silenzio. “Electric Shock 220 Volts” è apparsa così: mentre tutto il resto tacitava, e il mondo si riduceva a una luce bianca che pulsava su uno schermo. La lattina era lì, il bicchiere accanto. Bastava versare.

La birra scivola chiara, paglierina, pulita. Nessun eccesso visivo, nessun trucco da Hazy IPA. Qui c’è una DDH nuda, illuminata dal neon. La schiuma sale e crolla veloce, lasciando un alone di schiuma disegnata che segna il vetro come una nota a margine. È tutto essenziale, geometrico. Un impatto visivo che parla di velocità e decisione.

Al naso, l’impatto è immediato. La frutta tropicale non danza, irrompe: mango, ananas, agrumi, ma senza morbidezza zuccherina. Piuttosto, un’acidità nervosa, quasi verde. Il profilo aromatico è affilato, verticale, vegetale. Accanto al frutto c’è la resina, quella vera, di aghi spezzati e cortecce bagnate. Una presenza che si impone senza compromessi.

Il primo sorso è una linea retta. Niente rotondità, niente carezze. Amaro immediato, elettrico, persistente. Carbonazione viva, quasi aggressiva. Il corpo è medio, ma la sensazione generale è di asciuttezza: come se la birra ti attraversasse lasciando solo la scia. E mentre bevi, ti accorgi che il nome non è solo marketing: è un avvertimento. Un colpo, non una coccola.

La chiusura è netta, pulita, balsamica. Ti resta in bocca la memoria del luppolo e una voglia immediata di ripartire. Perché, in fondo, questa non è una birra che invita alla contemplazione: è una birra che ti fa battere le dita sul tavolo, che accelera i tuoi pensieri. E anche se non cerca equilibrio, trova esattamente ciò che promette.

Sul piano dello stile, la birra colpisce nel segno. Il double dry hopping è protagonista, senza derive opache o fruttati stucchevoli. L’amaro domina ma non satura. Una DDH IPA che rifiuta il compromesso e sceglie la linea dura. Come dovrebbe essere.


🧩 Evocazione
Un laboratorio elettrico in controluce, mentre fuori la città dorme.
Tu resti sveglio con una birra tra le dita e il gusto del metallo sulle labbra.


📊 Valutazioni
• Untappd: 4.5 / 5
• Beerhive: 4.5 / 5
📝 Nota sul tasting:
Appunti presi direttamente tramite la web app “Altrebirre Tasting Journal” (versione beta). Nessun pairing segnalato. Ulteriori dettagli tecnici non dichiarati.


💬 Invito alla community
Hai mai bevuto una birra che sembrava accenderti da dentro?
Che non cercava approvazione, ma voleva solo farsi sentire?
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