“Una chiara, grazie. Così leggera, giusto per iniziare.”
Questa frase, apparentemente innocua, è una delle scorciatoie cognitive più diffuse (e meno fondate) dell’intero universo birrario.
Chiara = leggera. Scura = pesante.
È una logica semplice, intuitiva, e per questo pericolosamente fuorviante.
In questo episodio di Beersplaining, la rubrica che smonta i falsi miti della birra artigianale con ironia e precisione, cerchiamo di capire da dove nasce questo luogo comune, perché è sbagliato, e soprattutto cosa dovremmo davvero guardare quando vogliamo una birra “leggera”.
🔍 Il colore: estetica, non sostanza
Il colore della birra è determinato principalmente dalla tostatura dei malti.
Malti poco tostati = birre chiare.
Malti più tostati = birre ambrate, brune, nere.
Questo è un parametro visivo e sensoriale, non chimico.
Il malto tostato dona aromi di crosta di pane, nocciola, caffè, ma non incide in alcun modo sulla gradazione alcolica.
💡 Una birra può essere nera e leggerissima (come una Dark Mild da 3.5%), oppure dorata e fortissima (come una Belgian Tripel da 9%).
🍷 Da cosa dipende davvero il grado alcolico?
Il grado alcolico è il risultato della fermentazione degli zuccheri contenuti nel mosto.
In pratica:
Zucchero fermentabile + lievito → alcol + CO₂
Più zuccheri ci sono, più alcol verrà prodotto.
La quantità di zuccheri dipende da:
• la quantità di malto usata
• la tipologia di malto (alcuni rilasciano più zuccheri)
• l’efficienza del processo di ammostamento
• la densità iniziale del mosto (OG – original gravity)
• il ceppo di lievito utilizzato (alcuni fermentano più a fondo)
• la temperatura e durata della fermentazione
📚 Fonti:
Garrett Oliver – The Oxford Companion to Beer
Randy Mosher – Tasting Beer
John Palmer – How to Brew
🧠 Perché associamo “chiara = leggera”?
È un’abitudine culturale, costruita da decenni di birre industriali.
Nei supermercati e nei bar, le birre più comuni sono:
- chiare,
- a bassa gradazione (4–5%),
- filtrate e gasate,
- prodotte per una bevibilità immediata.
Sono le Lager industriali, le Helles, le Pils fatte in serie.
Nel frattempo, le birre scure che giravano erano perlopiù Stout o Doppelbock: stili effettivamente più pieni e intensi.
Risultato? L’occhio ha imparato ad associare colore a corpo e gradi.
Ma nel mondo artigianale, le cose sono diverse.
Una Wheat Wine dorata può arrivare a 11%.
Una Schwarzbier scura può stare sotto i 5%.
E molte birre bionde sono tutt’altro che leggere.
⚖️ Cos’è davvero una birra leggera?
La leggerezza non è un valore assoluto. È una combinazione di fattori:
- Gradazione alcolica (es. sotto i 5%)
- Corpo (struttura in bocca: più acqua o più materia?)
- Dolcezza residua (quanto zucchero rimane dopo la fermentazione)
- Carbonazione (una birra molto gasata sembra più snella)
- Temperatura di servizio (più fredda = percepita più beverina)
- Stile birrario (alcuni stili nascono per essere facili, altri per essere lenti)
- Contesto (una birra da 6% a stomaco vuoto in agosto… sembra il doppio)
✅ Come scegliere una birra leggera davvero
Non fidarti del colore.
Quando chiedi una birra leggera, chiedi piuttosto:
• Che stile è?
• Quanti gradi ha?
• È secca o morbida?
• Alta o bassa fermentazione?
• C’è zucchero residuo?
E se il cameriere ti guarda male, cambia bar.
Le birre leggere esistono. Ma non si giudicano dal Pantone.
🧩 Conclusione
Il colore è solo l’abito. Non il contenuto.
Scegliere una birra per il suo aspetto è come scegliere un disco dal colore della copertina.
A volte funziona.
Più spesso finisci a bere una bionda da 9% quando volevi solo “qualcosa di fresco”.
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