“A Girl Named Phoenix”

By

TESTO

She begins with frown,
With a whisper,
“I’m over it,
Bring me back to light!
I’m a leaf on the ground
With no hope in my veins
And I’m so sick of crying…
I got stashed in a drawer
Among all my dreams
And mirrors told me lies.
Hit the bottom and burned
But the lesson got learned
And now the ink
On my skin
Is a sign that I’m

Back to life,
I felt the roars of the thunders
When falling downwards
Though I survived;
Almost everything passed
As I laid in the ashes,
Still, feeling every second
Passing by
On my withered soul
And now these walls
Start moving back.
I’m a phoenix back to the world.

Now this sun doesn’t hurt
On the signs of the plasters;
Heaven’s not so high, now.
What if everyone’s wrong?
What if I am really happy?
Would you just be kind
Or forsake me again
Where I blend with my shame
And flush away my life?
Hit the bottom and burned
But my luck is on turn
And I am…
I am still here.

Back to life,
I felt the roars of the thunders
When falling downwards
Though I survived;
Almost everything passed
As I laid in the ashes,
Still, feeling every second
Passing by
On my withered soul
And now these walls
Start moving back.
I’m a phoenix back to the world.”

Note dell’Autore

“A Girl Named Phoenix” è la rielaborazione della primissima canzone in assoluto che io e Walter scrivemmo nel 2008 alla nascita del primo gruppo, i Deadline Disaster, poi divenuti solo Deadline!. A quel tempo, la canzone si chiamava solo “Phoenix”, spero di ritrovare il testo originale da qualche parte. Ah, i brividi (belli e brutti) al pensare a quattro accordi sempre uguali, testi imbarazzanti e voce più stonata di un bicchiere che cade giù da una rampa di scale. Per carità, non che questa versione del 2010 fosse migliore dal punto di vista tecnico. Soprattutto da parte mia. Non avevo mai preso una lezione di canto e non sapevo che si potesse urlare con qualcosa di diverso dal naso. Più in basso, nel post, posto lo stesso la versione DEMO registrata nella camera superflua del mio appartamento in Liguria perché in fondo, sotto sotto, chi se ne frega se è inascoltabile. E’ comunque un brandello di storia dei Deadline.


DEMO Version, 2010, Self Produced – performed by Deadline! (Marco Delrio, Walter Visca)


TRANSLATION
Una Ragazza di Nome Phoenix

“Una Ragazza di Nome Phoenix”

Inizia con un cipiglio,
Con un sussurro,
“Ne ho abbastanza,
Riportami alla luce!
Sono una foglia a terra
Senza speranza nelle vene
E sono così stanca di piangere…
Sono stata nascosta in un cassetto
Tra tutti i miei sogni
E gli specchi mi hanno detto bugie.
Ho toccato il fondo e bruciato,
Ma la lezione è servita,
E ora l’inchiostro
Sulla mia pelle
È il segno che sono

Tornata alla vita,
Ho sentito il ruggito dei tuoni
Mentre cadevo giù,
Eppure sono sopravvissuta;
Quasi tutto è passato
Mentre giacevo tra le ceneri,
Eppure sentivo ogni secondo
Scorrere
Sulla mia anima appassita
E ora queste mura
Cominciano a ritirarsi.
Sono una fenice tornata al mondo.

Ora questo sole non fa male
Sui segni delle bende;
Il paradiso non è più così inarrivabile.
E se tutti si sbagliassero?
E se fossi davvero felice?
Saresti gentile
O mi abbandoneresti di nuovo
Dove mi confondo con la mia vergogna
E butto via la mia vita?
Ho toccato il fondo e bruciato,
Ma la mia fortuna sta girando
E io…
Io sono ancora qui.

Tornata alla vita,
Ho sentito il ruggito dei tuoni
Mentre cadevo giù,
Eppure sono sopravvissuta;
Quasi tutto è passato
Mentre giacevo tra le ceneri,
Eppure sentivo ogni secondo
Scorrere
Sulla mia anima appassita
E ora queste mura
Cominciano a ritirarsi.
Sono una fenice tornata al mondo.


ANALISI AI

“A Girl Named Phoenix” è un viaggio di rinascita, un inno alla resilienza che si sviluppa attraverso immagini evocative e un linguaggio profondamente emotivo. La canzone racconta la trasformazione di una protagonista che, inizialmente sopraffatta dal dolore e dalla disillusione, trova la forza di risollevarsi dalle ceneri della propria esistenza. Il titolo stesso richiama la figura mitologica della fenice, simbolo di rigenerazione e speranza, sottolineando il processo di autodeterminazione e crescita interiore. Il testo si snoda tra momenti di vulnerabilità e affermazioni di forza, alternando il peso del passato e la riscoperta di un nuovo equilibrio. I versi iniziali, intrisi di malinconia e senso di smarrimento, dipingono un’anima che si sente persa, ingannata dalle proprie insicurezze e dalla crudele distorsione dello specchio. Tuttavia, il ritornello esplode in una dichiarazione di sopravvivenza, in cui il dolore si tramuta in consapevolezza e il fuoco della sofferenza diventa il motore della rinascita. La metafora del “thunder roaring” richiama l’intensità delle avversità affrontate, mentre la “withered soul” rappresenta le cicatrici lasciate dal passato, che però non impediscono alla protagonista di rialzarsi. Il testo evolve in una riflessione sulla percezione della felicità e sul timore di essere nuovamente abbandonati, mostrando la vulnerabilità intrinseca della rinascita. Il crescendo finale suggella il messaggio principale della canzone: la protagonista non è solo sopravvissuta, ma è tornata al mondo con una nuova forza, con un’identità riforgiata dalle fiamme della propria storia. “A Girl Named Phoenix” si configura così come una potente espressione di lotta e rivalsa, capace di risuonare profondamente in chiunque abbia vissuto un momento di crollo e abbia trovato la forza di rialzarsi.

She begins with frown, with a whisper, “I’m over it,”
Il verso si apre con un’immagine fortemente visiva e suggestiva: il soggetto inizia con un’espressione corrucciata, accompagnata da un sussurro che sancisce una sorta di chiusura emotiva e distacco definitivo. La scelta del verbo begins implica l’idea di un nuovo inizio, ma il contesto suggerisce che questo esordio sia segnato da dolore e stanchezza. Il sussurro, contrapposto alla durezza dell’affermazione “I’m over it”, crea una dicotomia tra fragilità e determinazione. La protagonista sta affermando la propria volontà di lasciarsi alle spalle qualcosa di doloroso, ma il tono sommesso lascia intendere che questa decisione sia ancora fragile, quasi sussurrata più a se stessa che al mondo.

Bring me back to light!
Questa esclamazione introduce un’implorazione accorata, una richiesta di redenzione e riscatto. Il contrasto con il verso precedente è netto: se prima il tono era quasi rassegnato, qui esplode un desiderio intenso di ritrovare la luce, simbolo di speranza, consapevolezza e rinascita. Il verbo bring sottintende una necessità di aiuto esterno, come se la protagonista non fosse ancora in grado di sollevarsi da sola, o forse teme di non riuscirci. È un grido di aiuto che rafforza la vulnerabilità del personaggio, rendendolo più umano e vicino all’ascoltatore.

I’m a leaf on the ground with no hope in my veins and I’m so sick of crying…
La metafora della foglia caduta a terra trasmette un senso di abbandono e precarietà. Una foglia è fragile, alla mercé del vento, priva di radici e incapace di ritrovare la propria stabilità. Questo rafforza l’idea di smarrimento della protagonista, che si percepisce come priva di forza vitale, espressa simbolicamente dall’assenza di speranza nelle vene. Il riferimento al sangue suggerisce un’esistenza prosciugata di energia e motivazione, come se la disperazione fosse ormai entrata nella sua essenza più profonda. L’ultima parte del verso, “I’m so sick of crying”, è una confessione diretta, amara, che evidenzia quanto la sofferenza sia diventata insopportabile, quasi logorante. Il tono si fa più esasperato e stanco, aggiungendo un senso di peso emotivo a tutto il verso.

I got stashed in a drawer among all my dreams
L’immagine qui evocata è particolarmente potente: il soggetto si sente messo da parte, come un oggetto dimenticato in un cassetto. Il verbo stashed suggerisce un’azione compiuta da qualcun altro o dalla vita stessa, come se la protagonista fosse stata relegata nell’ombra, nascosta e ignorata. L’accostamento con “all my dreams” sottolinea una disillusione profonda: i sogni, spesso simbolo di speranza e ambizione, sono stati anch’essi relegati in un angolo, messi da parte insieme a lei. Questo verso racchiude il senso di frustrazione e perdita di identità, amplificando la sensazione di essere stata dimenticata o di non avere più uno scopo.

And mirrors told me lies.
Qui emerge un concetto chiave dell’intera canzone: l’inganno della percezione di sé. Lo specchio, simbolo di riflesso e autoanalisi, diventa un narratore di menzogne. Questo può alludere sia a un conflitto interiore, dove la protagonista si vede in modo distorto e negativo, sia all’influenza di aspettative esterne che l’hanno portata a credere a una versione errata di se stessa. Il verso suggerisce un lungo periodo di autoinganno o di manipolazione psicologica, in cui la protagonista ha dovuto affrontare un’identità imposta o falsa, contribuendo al senso di perdita e confusione.

Hit the bottom and burned but the lesson got learned
Qui si raggiunge il culmine della disperazione prima della svolta. “Hit the bottom and burned” è un’espressione intensa che indica una caduta rovinosa, un momento di distruzione totale. Il riferimento al fuoco (burned) suggerisce non solo sofferenza estrema, ma anche un processo di purificazione e trasformazione. Il dolore diventa il catalizzatore per un cambiamento, e questo è confermato dalla seconda parte del verso: “but the lesson got learned”. La protagonista riconosce che, nonostante la devastazione, qualcosa è stato acquisito, una consapevolezza nuova è emersa dalle ceneri. Questa chiusura getta le basi per la rinascita che seguirà, anticipando il tema centrale della canzone: la trasformazione da vittima a sopravvissuta, da anima spezzata a fenice che risorge.

And now the ink on my skin is a sign that I’m back to life,
Il verso si apre con un’immagine potente e simbolica: l’inchiostro sulla pelle, ovvero un tatuaggio, diventa una testimonianza tangibile del ritorno alla vita della protagonista. Il tatuaggio, per sua natura, è permanente, inciso nel corpo come un marchio indelebile del percorso vissuto. L’uso della parola ink suggerisce qualcosa di scritto, di dichiarato in modo definitivo, un segno che non può essere cancellato, proprio come l’esperienza che ha portato la protagonista a questo punto della sua esistenza. L’espressione back to life indica una rinascita, un ritorno non solo fisico ma soprattutto emotivo e psicologico, dopo un periodo di sofferenza o alienazione. Il tatuaggio assume quindi una funzione catartica: è un simbolo di guarigione, una traccia visibile del dolore superato e della trasformazione avvenuta. Il fatto che l’inchiostro sulla pelle sia il segno della rinascita enfatizza il concetto che il passato non è dimenticato, ma piuttosto integrato nell’identità della protagonista, diventando parte del suo essere.

I felt the roars of the thunders when falling downwards
Il verso trasmette un’intensa sensazione di fragore e tumulto attraverso la metafora della caduta accompagnata dal suono dei tuoni. Roars of the thunders suggerisce un rumore assordante, una manifestazione violenta della natura che sottolinea la drammaticità del momento vissuto. Il verbo felt indica che la protagonista non ha solo percepito esteriormente questo caos, ma lo ha vissuto e sofferto in prima persona. Il falling downwards accentua l’idea di una discesa inesorabile verso il fondo, un crollo sia fisico che psicologico. Il moto discendente suggerisce una perdita di controllo, un lasciarsi andare in un vortice di eventi negativi. Il tuono, spesso associato a eventi cataclismici o divini, può anche essere interpretato come la voce del destino o della coscienza che accompagna la caduta, amplificando il senso di tragedia e impotenza.

Though I survived;
La brevità e l’immediatezza di questo verso creano un forte impatto emotivo. Dopo il caos descritto in precedenza, la protagonista afferma con decisione la sua sopravvivenza. Il though all’inizio della frase introduce un contrasto significativo: nonostante la violenza della caduta e la sofferenza provata, è ancora viva. Il punto e virgola alla fine del verso interrompe il flusso ma lascia intendere una continuità, un respiro prima della successiva riflessione. Questa dichiarazione concisa rappresenta un momento di consapevolezza e determinazione, una presa di coscienza del proprio essere ancora qui, nonostante tutto.

Almost everything passed as I laid in the ashes,
Il verso dipinge un’immagine di desolazione e quiete post-distruzione. Almost everything passed suggerisce che la maggior parte delle difficoltà sono ormai trascorse, ma l’uso di almost lascia intendere che non tutto è stato superato, che qualche ombra del passato permane. Il verbo laid richiama un senso di passività, quasi di resa, come se la protagonista fosse rimasta immobile nel proprio dolore, incapace di rialzarsi per un certo tempo. L’immagine delle ashes evoca la distruzione totale, un paesaggio post-apocalittico che fa da sfondo alla sua condizione interiore. Il riferimento alle ceneri è particolarmente significativo, poiché richiama il mito della fenice, anticipando il concetto di rinascita che emergerà più avanti nella canzone.

Still, feeling every second passing by on my withered soul
Questo verso accentua la percezione del tempo e il suo effetto sull’anima della protagonista. La parola still indica una condizione persistente, una sofferenza che non svanisce immediatamente. Il verbo feeling sottolinea una sensibilità acuta, un’attenzione quasi esasperata al trascorrere di ogni istante. Every second passing by introduce l’idea di un tempo che scorre lentamente, quasi inesorabilmente, mentre la protagonista è intrappolata nel suo dolore. L’aggettivo withered attribuito all’anima evoca un’immagine di aridità e declino: un’anima appassita, consumata dal dolore, privata di linfa vitale. Questo rafforza il senso di solitudine e fatica, come se la sofferenza avesse lasciato un segno indelebile sulla sua essenza.

And now these walls start moving back.
Il verso introduce un cambiamento visivo e psicologico: le pareti, che prima probabilmente stringevano la protagonista in uno spazio oppressivo, iniziano a retrocedere. Questo suggerisce un ritrovato senso di libertà, come se il mondo stesse finalmente smettendo di soffocarla. L’immagine delle pareti che si spostano può essere interpretata sia in senso letterale, come un ambiente claustrofobico che si allarga, sia in senso metaforico, indicando la fine di una condizione di chiusura mentale ed emotiva. Il movimento all’indietro delle pareti rappresenta il ritorno dello spazio, dell’aria, della possibilità di ricostruire la propria esistenza senza più sentirsi intrappolati dalle proprie paure e sofferenze.

I’m a phoenix back to the world.
Il verso conclusivo è la dichiarazione definitiva della rinascita della protagonista. La metafora della fenice, già suggerita in precedenza dalle immagini delle ceneri, viene ora esplicitata. La fenice è un simbolo universale di resurrezione, di trasformazione attraverso la distruzione. Il fatto che la protagonista si identifichi direttamente con questa figura mitologica rafforza l’idea di un cambiamento radicale: non è più la persona che era prima, ma una versione nuova di sé stessa, forgiata dal dolore e pronta a riaffacciarsi al mondo. L’espressione back to the world implica non solo una rinascita interiore, ma anche una volontà di tornare a vivere, di riprendere il proprio posto nella realtà. Questo verso chiude il cerchio narrativo della canzone, trasformando la sofferenza in forza e concludendo con un senso di vittoria sulla disperazione.

Now this sun doesn’t hurt on the signs of the plasters;
Il verso si apre con un’immagine di sollievo e guarigione, presentata attraverso la metafora del sole che non fa più male sui segni lasciati dai cerotti. Il sun è tradizionalmente simbolo di luce, calore e vita, ma in questo contesto assume una duplice valenza: prima era una fonte di dolore, forse perché colpiva ferite ancora aperte, mentre ora il suo calore non è più insopportabile, segno che il processo di guarigione è in atto. L’uso della parola plasters suggerisce un passato di ferite, siano esse fisiche o emotive, e il fatto che il sole non le faccia più soffrire indica una transizione dalla vulnerabilità alla resistenza. Il riferimento ai signs dei cerotti suggerisce che le cicatrici sono ancora visibili, che il passato non è stato cancellato, ma che il dolore associato a quelle ferite si è attenuato, permettendo alla protagonista di esistere sotto la luce senza più timore.

Heaven’s not so high, now.
Il verso introduce un concetto profondo di cambiamento nella percezione della realtà e della spiritualità. L’idea che il Paradiso non sia più così inarrivabile può essere interpretata in diversi modi. Da un lato, potrebbe rappresentare una ritrovata vicinanza con una dimensione spirituale, un tempo percepita come distante e irraggiungibile, e che ora sembra più accessibile, forse perché la protagonista si sente più vicina a una condizione di pace interiore. Dall’altro, potrebbe indicare un abbattimento dell’illusione di un luogo perfetto e irraggiungibile, un segnale di disincanto rispetto alle aspettative che il mondo aveva imposto o che lei stessa aveva costruito. Se prima il Paradiso sembrava troppo alto, troppo lontano da raggiungere, ora la prospettiva è cambiata: o è lei che si è elevata, riducendo la distanza, o è la sua visione del Paradiso a essersi trasformata, rendendolo meno irraggiungibile e più parte della sua realtà quotidiana.

What if everyone’s wrong? What if I am really happy?
Il tono cambia radicalmente con questo verso, che introduce una domanda quasi provocatoria e carica di dubbio. L’uso dell’interrogativo What if (E se…) implica una messa in discussione della visione che gli altri hanno della sua esistenza. La prima domanda suggerisce che tutto ciò che le è stato detto, tutte le convinzioni e i giudizi esterni, potrebbero essere errati. La seconda domanda introduce un’ipotesi sconvolgente: E se, nonostante tutto, fossi davvero felice? Qui emerge una lotta interiore tra la percezione che gli altri hanno di lei e la sua reale condizione emotiva. Essere felici, dopo un lungo periodo di sofferenza, può sembrare quasi un atto di ribellione, un’affermazione che mette in crisi tutto ciò che è stato creduto fino a quel momento. La felicità diventa qualcosa di inaspettato, quasi innaturale, come se fosse un’idea difficile da accettare dopo tanto dolore.

Would you just be kind or forsake me again where I blend with my shame and flush away my life?
Questo verso porta alla luce il timore della protagonista nei confronti degli altri e del loro comportamento nei suoi confronti. La domanda iniziale, Would you just be kind, esprime una richiesta quasi disperata di gentilezza, come se fosse qualcosa di raro e difficile da ottenere. La congiunzione or introduce un contrasto netto, una dicotomia tra due possibili esiti: ricevere finalmente un trattamento umano e rispettoso oppure essere di nuovo abbandonata. Il verbo forsake è particolarmente forte, evocando un senso di tradimento e di totale abbandono. Il verso continua con un’immagine intensa e struggente: where I blend with my shame and flush away my life. L’idea di blend with my shame suggerisce una dissoluzione della propria identità nel senso di colpa e nell’auto-recriminazione, come se la vergogna fosse diventata parte integrante di lei, qualcosa in cui si confonde e si perde. Flush away my life evoca un’idea di autodistruzione, come se la sua esistenza potesse essere spazzata via, eliminata in un istante, senza lasciare traccia. L’intero verso è una richiesta di conferma, un test nei confronti dell’altro: sarai capace di mostrarmi gentilezza o mi condannerai ancora una volta all’oblio e all’autodistruzione?

Hit the bottom and burned but my luck is on turn
Il verso racchiude il concetto di un ciclo che si chiude e di un cambiamento imminente. L’espressione hit the bottom and burned rafforza l’idea di aver toccato il fondo e di essere passata attraverso un’esperienza devastante. Burned può essere interpretato sia in senso letterale, come una distruzione totale, sia in senso figurato, rappresentando un dolore profondo, un annullamento di sé. Tuttavia, la seconda parte del verso introduce una svolta positiva: my luck is on turn. L’uso del termine luck sottolinea che non si tratta solo di una rinascita interiore, ma anche di una svolta nel destino, come se le forze esterne, oltre alla sua determinazione personale, stessero finalmente agendo a suo favore. L’espressione on turn implica che il momento della sofferenza sta lasciando il posto a una fase di fortuna e miglioramento, suggerendo un moto ciclico in cui, dopo la distruzione, arriva il rinnovamento.

And I am… I am still here.
Il verso finale ha una potenza emotiva straordinaria, con una ripetizione che enfatizza la forza della dichiarazione. Il And iniziale suggerisce una continuità con tutto ciò che è stato detto prima, come se questa affermazione fosse il culmine naturale del viaggio raccontato nel brano. La ripetizione di I am sottolinea l’affermazione della propria esistenza, della propria identità, in un momento di consapevolezza totale. La pausa tra i due I am crea un effetto di sospensione, quasi un respiro prima della dichiarazione finale: still here. Questo è il punto più alto della resilienza della protagonista: dopo tutto ciò che ha vissuto, nonostante ogni difficoltà, è ancora presente, ancora viva, ancora parte del mondo. La semplicità di questa affermazione la rende ancora più potente, perché non ha bisogno di spiegazioni o giustificazioni: la sua esistenza è la prova della sua forza.

“A Girl Named Phoenix” è una canzone che racconta un viaggio emotivo e trasformativo, segnato da sofferenza, rinascita e resilienza. La protagonista, inizialmente intrappolata nel dolore e nelle cicatrici del passato, trova la forza di risorgere, proprio come una fenice che rinasce dalle proprie ceneri. Il testo esplora con grande intensità emotiva il contrasto tra la fragilità e la determinazione, tra la sofferenza e il desiderio di recuperare un senso di speranza e di felicità. Le immagini di ferite, plasters (cerotti) e ceneri evocano il dolore e la lotta interiore, mentre l’immagine del sole che non fa più male e del cielo che non è più così inarrivabile suggeriscono una rinnovata percezione della vita, più vicina alla guarigione e alla consapevolezza. L’alternarsi di domande esistenziali, dubbi sulla felicità e riflessioni sul destino e sulla fortuna, rendono il brano particolarmente profondo, sottolineando la tensione tra la ricerca di un equilibrio interiore e l’incertezza di ciò che il futuro riserva. Alla fine, la protagonista non solo si riafferma nella sua esistenza, ma celebra la sua capacità di resistere, di essere ancora lì, nonostante tutto. Il ritorno alla vita, simboleggiato dalla fenice, diventa così un atto di autoaffermazione e di potere, una testimonianza di sopravvivenza che si fa forza. In questo modo, la canzone non è solo un inno alla resilienza, ma anche un messaggio di speranza e di accettazione del proprio percorso, con tutte le sue difficoltà e il suo potenziale di rinascita.


SPARTITO

Coming Soon


ACCORDI

Coming Soon


DEMO & REGISTRAZIONI DI PROVA

DEMO Version, 2010, Self Produced – performed by Deadline! (Marco Delrio, Walter Visca)

VIDEO

Coming Soon


CREDITI

Lyrics by Marco Delrio, Music by Walter Visca, Marco Delrio


CONTACTS

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