La mamma di Joy continuava a guardare quell’uomo e il dipinto che stava realizzando con una grande curiosità. Quella persona le ricordava qualcuno.
Restò a osservarlo ancora qualche secondo, finché lui non sollevò lo sguardo dalla sua tela per ammirare nel complesso il suo disegno e fece un accenno di sorriso.
“Henry! Ma sei proprio tu?” esclamò la mamma di Joy.
Il pittore alzò lo sguardo e immediatamente la riconobbe.
“Gracy! E’ passato così tanto tempo, ma tu sei rimasta uguale!”
“Grazie per il complimento, ma gli anni sono passati anche per me ormai. Come stai? Vivi qui adesso?”
“Sì, dopo l’infanzia trascorsa a con la mia famiglia mi sono poi spostato per motivi di lavoro. Adesso vivo e lavoro qui, e nel tempo libero dipingo quadri.”
“Come dimenticare la tua passione per l’arte, a scuola eri il miglior disegnatore della classe!”
La mamma di Joy pronunciò quella frase voltandosi verso il marito e dicendogli “Vieni, ti presento Henry, eravamo compagni di scuola elementare. Ti ricordi di quando ti parlavo di quel bambino che veniva a scuola con me che aveva fatto molti dei quadri esposti nei corridoi? Era lui.”
Henry ricambiò la stretta di mano e tralasciò il suo dipinto per qualche minuto, dedicandosi invece ai convenevoli che quell’incontro richiedeva.


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