Il Diario delle Vanvere Terapeutiche #356

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19/06/1924 – Ore 20:01 – #356

La signora Livings dell’ufficio della Frontprice chiaramente non mi sopporta: la quantità di risentimento che s’evince d’ogni singola missiva che mi giunge per conto d’ella è ‘sì tanta ch’ormai paio perfino esserne assuefatto. L’epistola di stamane in risposta alle mie richieste di delucidazione riguardo la gestione delle pratiche sui miei tragitti obbligati era fitta di richiami alle precedenti corrispondenze casi a mostrare com’ì non presti attenzione o non comprenda. Come s’il mio continuo spedire quesiti fosse un diletto per il sottoscritto. Ma suvvia, non m’ha scocciato per più di qualche minuto tale questione. Oibò son ancora qui a sciorinarne. Lassamo perdere. D’ogni modo, son qui sittato allo scrittoio coll’occhi più serrati che aperti pe’l costante sopimento che par non darmi tregue ‘n questo periodo. Mi son promesso di scrivere su queste paginette finché la morsa della fatica non prenda del tutto ‘l sopravvento; codesta è un’ulteriore estrema maniera per tenere fede alla valanga di messaggi propositivi che continuo a recitarmi nelle recchie durante ‘l corso delle giornate per tentare una qualche evoluzione di molto tangibile nel mio approccio al quotidiano e a tutto lo che ne concerne. Stamane, come ben s’evince dal paragrafo introduttivo di quest’entrata, ho passato alcune mezz’ore tentando di compilare in maniera adeguata alcuni tabulati amministrativi per la Frontprice, rispondendo nello stesso tempo alle missive della signora Livings. Ancor mi turba tale quistione. L’audacità, santo cielo. Le poche ore rimaste alla mane poscia codesti impedimenti poco fruttiferi l’ho dedicate alla compilazione de’ tabulati d’urgenza per la Kryomont, saltellando in qualche fabbrichetta di torno a Lylcoin, sin la presunzione d’aver fatto ‘l lavoro migliore del mese. Ada m’ha raggiunto già in mattinata sotto richiesta del sottoscritto pe’ cominciare a ristabilire una sorta di perfezione geometrica che manca da parecchie settimane e ch’anelo più d’ogni altra cosa di modo ch’anche tale ordine venga riflesso nel mio cogitare diario. Il signor Tinsteel m’ha inviato un paio di telegrammi che m’informavano d’alcune urgenze nei pressi della contea di Naught Port da eseguire nella giornata di domani e mi son prodigato al rispondere affermativamente. Di fatto, il giorno ch’ha da venire tra qualche ore si preannuncia come piuttosto stremante ma del tutto degno delle mie attenzioni operative. Ne narrerò le vicende nel dettaglio, finché riesco, domani. Poscia un modesto desino presso April Street e un’ulteriore riposo di una decina di minuti – i miei livelli di spossatezza sono per vero anomali ultimamente – mi son promesso di sortire e raggiungere il Moore Shop di Wish Street ove il signor Shores oramai funge da sovrintendente poscia un breve capitolo in Sheenville. Ho già discusso, mi pare, alcune delle vicende che m’hanno portato a un rapporto ‘sì genuino e affettuoso col signor Shores e, di fatto, ogni visita o incontro che ci capita pare non fare null’altro se non consolidare tale sentimento di reciproca ammirazione. Per chiaro, elli è stato e, d’un lato, permane uno de’ mie’ maggiori mentori – a dire ‘l vero è una delle tre persone di cui posseggo un ritratto nel mio quarto d’April Street – ma la mia continua crescita che sin modestia posso vantare sopra ‘l volgo ha reso di me un qualché più simile a un suo pari, perlomeno in ambito di consapevolezze analitiche e ragionamento sulle inerenze dell’impiego nelle fabbriche di carburante e ne’ distretti di rivendita. Il Moore Shop, in fatti, non s’occupa principalmente di produzione di combustibile, per quanto la quantità di ingredienti basici e complessi al suo interno sia ben più che degna di nota, ma s’occupa principalmente di rivendita con una focalizzazione principale verso il consumatore medio. Tale limitatezza di clientela viene comunque di poco equilibrata dai piccoli laboratori e dai minuti macchinari per la produzione di limitate quantità di carburanti complessi che, tuttavia, non rendono il Moore Shop nulla più d’un punto d’incontro fra la comodità del quartiere e le dimenticanze o l’urgenze dell’avventore casuale. Per certo, non assisteremo al dipartimento dei trasporti che usufruisce delle riserve di combustibile dal Moore Shop di Wish Street per garantire una riserva sostanziale ai propri convogli. Didentro al piccolo stabilimento, addobbato ad emporio per maggior parte della superficie calpestabile, ho potuto riscambiare i convenevoli con alcuni volti a me conosciuti e cari con cui ho condiviso molti dì, parecchi anni addietro oramai. Piacevole e caloroso è il sentimento che pervade ogni membra del corpo quando si vien riconosciuti dall’individui con cui spartimmo lunghe giornate di lavoro e discernere sin fatica la sincerità d’un sorriso è lo che ha reso ‘l mio salto ‘n codesta fabbrichetta di Bolinthos ‘sì gradevole. La signora Ingrid s’è dilungata meco per qualche minuto in più oltre ai convenevoli e ‘n essi m’ha proposto un eventuale cordiale fuor dell’orari impiegatizi. Sin dubbio alcuno ho accettato di corrisponderle ne’ giorni a seguire pei dettagli riguardo. Altro piacevole incontro dal retrogusto amarognolo è stato con Aiden Warfs. Aiden giunse al Moore Shop sotto il mio consiglio e appoggio, al tempo della prima dirigenza di Earback e Shores e fui sempre orgoglioso del suo operato instancabile e della poliedricità ch’ha dimostrato durante la mia rimanenza. Son lieto di notare ch’anche adesso mantiene la sua reputazione intoccata e, di più, immagino stia tentando di meritare una promozione, da lo ch’ho tratto dal sottotesto delle parole del signor Shores quando me ne parlava fieramente. Qual sia ‘l motivo del mio definire ‘l tutto dal retrogusto amarognolo, ebbene, che si devii un poco nello sconsiderato, suvvia: Aiden appartiene alla cerchia di persone molto intime con Valerie e durante i trascorsi dell’anni passati, non faticava a uscire nelle conversazioni come modello d’individuo al quale paragonarsi e arrossire per le imprecisioni ch’elli non pareva mostrare. Per chiaro, ben so ch’il trascorso tribolato fra ‘l sottoscritto e la mia musa sia ben noto ad Aiden che, tuttavia, pare non avermi mostrato nulla se non cordiale gentilezza e riserbo dal giudizio, oi. Ben mi rendo conto, inoltre, che la mia reputazione in tale cerchia d’individui plasmati da una sola versione della storia sia quantomeno insalvabile e, debbo ser sincero, v’erano tempi ‘n cui tale nozione m’avrebbe dato di che pensare per settimane intere. Oramai, le mie attenzioni riguardo si limitano al tentare di fornire una cronistoria e una serie di considerazioni più oggettive possibili cada volta che scivolo nell’argomento. Per quanto riguarda il signor Shores – il quale si contiene dal dimandarmi a riguardo, sebbene sia a conoscenza dell’accadimenti passati – elli m’ha aggiornato in maniera molto esaustiva sulle peripezie d’impiego e familiari e ciò m’ha allietato molto, vedendo l’agio con cui si lascia trasportare dai suoi entusiasmi e narrazioni. Dubito passeranno ‘sì tant’altri anni prima ch’ì mi mostri nuovamente in Wish Street. Nel frattempo, rimuginando proprio su questo concetto, mi son diretto nuovamente in Lylcoin ove con Ada ci siamo dedicati a un lungo processo di sistemazione dei quarti. Avrei voluto raggiungere anche la biblioteca di Vee nel meriggio ma mi son perduto fra le pagine d’un mio libello in fase embrionale e, venuta l’ora del pasto, mi son reso conto che la Tworlds avea già chiuso i battenti. Poco male, se vi sarà occasione nel fine di settimana, passerò per un cordiale e qualche ciarla sin impegno. Oi nessuna nuova da Juliet, da William o da Stewart B. Domani chiederò aggiornamenti, più per curiosità che per preoccupazione. Ora l’occhi pesano. Chi sa che sia la notte buona pe’ ridarmi tutte l’energie che paiono essersi nascoste ‘sì bene ne’ giorni addietro.

Ingrid Holsaidst, Bolinthos, Contea di Bolinthos, 1924


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