Pagine Piene per Zucche Vuote #229

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BY FEDERICA BALDI

Mancavano ancora un paio di mezz’ore all’alba. Una lieve striscia di cielo color clivia anticipava timidamente il sorgere del sole. Non c’erano nuvole, solo un acquerello albicocca che si diffondeva lentamente. A guardarlo sembrava quasi finto, artificiale.

L’aria del mattino conservava un po’ del carattere fresco e frizzantino della notte appena trascorsa. Ogni centimetro di cielo arancione riscaldava il terreno e l’aria, regalando piccole dosi di tepore sempre crescenti.

Il vento era assente, i rami degli alberi ancora fermi. Qualcuno qua e là tremava quando qualche piccolo uccellino decideva di lasciarlo per spostarsi su un altro. Nel silenzio e nella tranquillità qualche cinguettìo ricordava ai pochi abitanti già svegli che la giornata stava ormai iniziando.

Non si udiva nessun altro suono, solo il tac della pala del panettiere che sfornava forme di pane e le adagiava sul suo bancone per farle raffreddare. Se qualcuno fosse passato nella via ne avrebbe sicuramente apprezzato il profumo inconfondibile che emanava.

Joy era solita svegliarsi presto, e quel giorno fu una delle prime a far compagnia al panettiere nel ricordare al paese che era ormai ora di svegliarsi.

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