Leemer varcò la soglia della bottega di Densey con passo sicuro, ma appena entrato rallentò d’istinto. L’aria all’interno aveva un profumo misto di stoffa, legno e polvere di gesso che sembrava sospeso nel tempo. Non era solo una sartoria, era un piccolo mondo fatto di silenzi operosi, di gesti precisi e di una manualità ormai quasi dimenticata.
Entrò silenziosamente e rimase ad ascoltare. Il suono sottile delle forbici che tagliavano il tessuto, il ticchettìo leggero delle macchine da cucire, il fruscìo della stoffa sottostante: tutto sembrava scandire un ritmo a lui sconosciuto ma stranamente rassicurante.
Joy si voltò sentendo la porta chiudersi e si bloccò per un istante quando lo vide. Non capitava spesso di avere ospiti così in bottega. Densey ripose rapidamente il metro che teneva sulle spalle e si avvicinò per salutarlo.


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