Pagine Piene per Zucche Vuote #207

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Joy appoggiò la fronte al vetro freddo, osservando con occhi attenti il paesaggio che mutava. I binari serpeggiavano tra vallate profonde e pendii coperti di conifere. Qua e là, piccoli villaggi comparivano come macchie di colore nel bianco del paesaggio, con i tetti delle case imbiancati dalla neve caduta nei giorni precedenti.

Ad un certo punto, il treno attraversò un viadotto sospeso su una gola profonda. Joy trattenne il fiato: sotto di lei, il fiume scorreva con lentezza tra le rocce, il suo colore scuro contrastava con le sponde ghiacciate. Il ponte sembrava sospeso nel vuoto, e per un attimo si sentì come se stesse viaggiando tra il cielo e la terra, in una dimensione fuori dal tempo.

Nel vagone, il silenzio era interrotto solo dal lieve sferragliare delle ruote sui binari e dal mormorio sommesso degli altri passeggeri. Una coppia di anziani commentava sottovoce il panorama, mentre un bambino indicava eccitato le montagne innevate in lontananza. Joy sorrise tra sé, lasciandosi avvolgere dall’atmosfera quieta e contemplativa.

Quando il treno entrò in una lunga galleria scavata nella roccia, la luce del finestrino svanì per un attimo, lasciando il riflesso del suo viso sovrapposto al buio. Si osservò per qualche secondo: gli occhi vigili, le guance ancora leggermente arrossate dal freddo, il lieve sorriso che non si era accorta di avere. Si sentiva stranamente serena, come se quel viaggio le stesse regalando una parentesi di pace prima di affrontare l’incertezza dei giorni a venire.

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