Il Diario delle Vanvere Terapeutiche #336

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30/05/1924 – Ore 19:44 – #336

V’è una parte di me che gradirebbe gittarsi fra le braccia del giaciglio fin dìora per quanto possa essere davvero un’ora presta e for dell’appannate il sole picchi ancora con le prime sberle estive, atipiche oramai in codesto spicchio di regione ove par che l’autunno abbia contrattato per durare tutto l’anno. Oi ha scorso lentamente, fitto di fatiche e obbligazioni lontane da casa. La mane ha iniziato molto prima dell’alba quando, insieme al signor Tinsteel, ci siamo recati presso la fabbrica dell’Activa Corp. di Aston, luogo a me caro per quanto agrodolce viste le rimembranze romantiche di cui credo non riuscirò mai a disfarmi completamente. All’alba, io e il signor Tinsteel eravamo già operativi e indaffarati tra i macchinari rumorosi dello stabilimento. Qui abbiamo trovato la responsabile del reparto combustibili a freddo, la signora Johanne Smalls, un bellissimo donnino minuto e determinato che il signor Tinsteel non cessava di fissare, e la signorina Weatherfine, di cui non ho percepito bene ‘l nome e non tenterò d’inventarne uno che le si possa incastrare, un furetto iperattivo dallo sguardo scontroso per quanto lontanamente piacevole. L’obbligazioni operative presso tale reparto si son dilugante più del previsto poiché l’intero edificio sta subendo una più che necessaria ridistribuzione dei macchinari e dell’intero sistema di produzione, creando fisiologicamente cantieri e rallentamenti a qualsiasi attività che si discosta da le che l’operai van completando dì per dì. Tuttavia, verso l’ora del desino, io e ‘l mio superiore siam tornati verso la contea di Bolinthos, colla lingua sotto le ghette pe’ l’estrema fatica frettolosa ch’abbiamo concesso lungo tutta la mane. Le mie mire del meriggio si limitavano a sedute e letture ma un telegramma di Charlotte che mi annunciava la sua presenza presso la fabbrica di Knighthill mi hanno fatto riconsiderare ‘l tutto: d’effetto non trascorrevo qualche ora con ella da molte settimane e, visto che lo sforzo richiestomi per raggiungerla era per vero minimo, mi son gittato fuor dell’appartamento ancor dressato d’impiego per rubarle qualche ciarla. Così è stato, di fatto, poiché poco dopo stavamo rimuginando sull’ultimi eventi dinnanzi a un caffè delizioso io e un qualche intruglio etilico lei, presso la taverna fianco l’enorme fabbrica di Knighthill. L’ho trovata d’umore eccellente, cosa che mi rallegra non poco dato le continue peripezie lavorative che suole narrarmi e ho tentato di fomentarle ulteriormente il riso con qualche aneddoto inerente la Kryomont e il signor Tinsteel che sol io posso permettermi di discorrere. Dopo un paio d’ore di convenevoli e condivisioni leggere, ci siamo congedati e ho nuovamente abbracciato le mie mura di casa. Non ho alcuna intenzione, oramai, di perdermi in qualche altra attività, or com’ora, considerando inoltre che dimani m’attende una giornata piuttosto infernale, d’in tra le calli di Bolinthos e dintorni per recuperare alcune attività inventariali abbandonate d’alcuni mie’ colleghi della zona e che ‘l signor Tinsteel ha deciso di assegnarmi. Ne son ben felice, tuttavia, sebbene l’unica speme ch’or mi vedo di reputare degna d’esser presa ‘n considerazione sia la di passare una riposante e invidiabile nottata di sonno profondo. Attenderò ancora una mezzora abbondante prima di lassarmi cadere sulle lenzuola.

Johanne Smalls, Aston, Contea di Aston, 1924


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