01/07/1923 – ore 04:58 – #2
Quant’è strambo ch’ì piombo di tant’in tanto, per vero sempre più di rado, poi spesso e poi nulla più per anni, nel convoglio sballonzolante di pensierucoli sbiaditi su lo ch’occorse oramai più d’un decennio addietro con Madeleine. Ch’ella si palesasse com’una delle persone più importanti e necessarie fu chiaro fin da subito, fin da quando m’accorsi ch’ì non riuscivo a seguir nulla che ‘n fosse ‘n qualche maniera consequenziale o adiacente al suo vivere cotidiano. Ponendo l’armi avanti, bàdisi, tutto si concluse in uno sfumo di niente, fra incomprensioni, tumulti, litigi e vergognose illazioni scaraventateci in dosso ove, come ‘sì tante volte accade, mi rendo conto col senno di poi, d’aver la maggior parte de’ biasimi. Ciononostante, capita ch’ì mi crogioli nel sognetto metà fanciullesco e metà ignorante ch’il tempo abbia fatto per ella lo ch’ha fatto mesu, una detersione sin nei di tutto lo che d’errato, tossico e malsano avea di ch’esserci ché poi, per carità del cielo, bimbi fummo, semplicemente bimbi che ‘n sapevano gestire i primi lampi d’un sentimento che arrivò troppo in fretta troppo presto. Per coerenza, debbo ammettere di non essere neppure in questo momento in grado di ammaestrare tale incommensurabilità romantica, come si pote evincere dalle milioni di parole che, son certo, mi vedrò scrivere d’ora in poi e che, per vero, ho già scritto nell’ultimi vent’anni. Eppure lo scorrer dell’anni fa meraviglie per le rovine d’un ‘sì magnifico e ispirazionale turbinìo d’amore adolescenziale, elidendo ogni batuffolo di fuliggine – o quasi, per chiaro – e lassando sempre più che lo zuccherino retrogusto d’un bacio rubato e d’uno sguardo furtivo si posino novamente sulle papille della lingua, prendendo ‘l posto dell’amarognolo residuo d’una storiella che sarebbe potuta essere ma che mai sarà. V’è male nel trarne ancora ispirazione, s’ì mi trovo per sbaglio o fato, nel tentennare in tali impossibilità? Per certo, per un qualche inconsapevole umano, quissà, non lo consiglierei. Eppure, ì che di tali muse intangibili, di fantasmi remoti, di desei, rimpianti, rammarici e biasimi vivo, scrivo e mi nutro fin troppo predligendoli all’effettive edibilità, ebbene, chessìa, giacché per quanto punga ribadirmi che Madeleine non si paleserà mai più dinnanzi i mie’ occhi, ‘sì come Valerie, Allison, Fleur e tante ancora, v’è ancor tanto di che scriverne e di che brindarne, ch’in fondo, cada minuto ghigno di consapevolezza e soddisfazione nel vedermi frontare il prossimo ostacolo colle mani pronte è cagionato dall’immensità che tali individui han fatto piovere sui mie’ passi goffi e maligni.

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