06/05/1924 – Ore 04:32 – #312
La piccola stanza assegnatami qui a Sheer Valley, presso la Cobalt Abode, è piuttosto fredda. Ho fatto molta fatica ier sera a prender sonno, quissà per il pasto condiviso col signor Tinsteel a un’ora per me ormai tarda o quissà per i costanti rumori provenienti dal viottolo fuor dell’inferiata: macinar di carri, qualche passante attardato e chiaramente ebbro, il mugolìo di lo che maginai fosse un grillo, due o tre vetture sparute che sbollentavano a rilento, scarpinate su pe’ le scale della locanda. Non lo ch’avrei sperato nella prima notte lontano da Lylcoin, considerando che la sveglia m’aspettava col suo trillo inesorabile alla terza ora dopo il cambio data. Inoltre, mi pongo a scribacchiare su queste paginette ora che la giornata deve ancora incipire e quell’addietro non m’ha regalato molto di cui ciarlare, indi poco mi resta di che narrare in questo paragrafo. Chi sa che non abbia tempo stasera, fra ‘sì tante ore com’appaiono, pe’ tornar su questi fogli. Oi, a breve, a me e al signor Tinsteel, ci aspetta un primo intervento presso l’Activa Corp della zona, in Sheerburg, di cui penso poi mi dilungherò ne’ prossimi dì se ve ne sarà cagione, e, nel meriggio ci recheremo in Naught Port ove dovremmo intervenire presso due ulteriori stabilimenti della medesima azienda. Uno minuto e l’altro gargantuesco. Non m’aggrada parlare per ipotesi su lo che potrebbe accadere quindi mi limito a lo ch’ho appena succitato. La settimana appare per vero esigente in quanto a impegno da parte mia e non so se riuscirò a trovare perfino ‘l tempo di raggiungere i miei soci al circolo letterario, sebbene la speme sia l’ultima a perire. Inoltre, pensandoci, m’accenderei pure la pipa ma ‘n questa particolare locanda pare sia vietato. Non ho trovato nemmeno un cordiale o un boccetto di uisge ier sera pe’ agevolare il sonno. Confido che l’albergo cui siamo indirizzati stasera possa confortare queste sgradevoli mancanze. Tenterò d’appicciarmi due fumate sporto appena fra l’inferiate che danno sul viottolo. A quest’ora presta non dovrebbe essere di ronda il custode. Pur vero è che potrei resistere ma sto già bellando contr’a ‘sì parecchie faccende ch’il tabacco mi par l’ultimo de’ mie’ nemici. Anzi. Ah, il biasimo se penso a quante volte creo d’aver scritto d’aver gittato tutto lo ch’aveo per fumare. Suvvia, vorrà dire che cesserò quand’un po’ di stelle s’allineeranno come dico.

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