Dystoria VI

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Il silenzio attento e cauto che pervadeva l’arena del palazzo del governo di Obiscura faceva echeggiare in tono solenne la profonda voce del saggio Drew che continuò il suo appello, senza chiudere il braccio aperto al pubblico «Da questo umile e pregevole podio di prezioso legno scuro, mi rivolgo a tutti voi, popoli di Plemo, e più ancora a tutti i cittadini delle vostre regioni che in questo luogo siete giunti a rappresentare, chiedendovi con speme e onestà la comprensione che i nostri fratelli di Norleaves paiono non concederci, per quanto le nostre dialettiche siano sorrette e fortificate da motivazioni logiche, sincere e pacifiche. Come bene, oramai, sapete, come tante volte addietro è stato enunciato e proclamato nelle assemblee straordinarie, nei concili di amministrazione degli affari esteri e perfino nelle piazze, per via delle bocche meno sagge ma non per ciò malvolenti, Vayrless, la regione dei verdi pascoli, delle vaste pianure lavorate dalle instancabili mani dei nostri padri, dei vostri fratelli, sotto il sole cocente del divino Thalio e la pioggia ristoratriche con la quale ci benedice nelle lune di secca, è famosa in tutta la stanza di Plemo, finanche l’altre stanze che pochi, chi sa forse nessuno tra noi, hanno avuto l’onore di toccar con piede o mano, per l’immensa prosperità che ci accompagna dall’albe dei tempi, per la modesta ricchezza di cui disponiamo, che estraiamo dal suolo, che raccogliamo dai rami degli alberi più alti e forti, per i manufatti che affiniamo, anno dopo anno dopo anno ancora, per veder crescere i nostri uomini forti il doppio della generazione che li ha allevati. Vayrless nacque dalla tenacia divina dei nostri avi che zolla per zolla hanno smosso l’intera regione per scovare gli anfratti più fertili, gli arbusti più impavidi e le cave minerarie più generose; sangue di Vayrless scorre nelle vene di ogni cittadino dela nostra regione, dei quali reco e mostro dinnanzi a voi la voce. Sangue di Vayrless e nulla di fuori. Le palizzate, i recinti, le vedette, i dazi che voi chiamate esosi, le alte mura di cinta della stessa Vayrless, la città che alla regione dà il suo nome, sono il nostro emblema, il nostro vanto, il nostro simbolo, il nostro animo: invalicabile, protetto e curato, duraturo e ineccepibile. Solo il divino Thalio, dio di Plemo e delle venti stanze, sa quanto sudore e lagrime abbiamo versato sulle nostre floride terre sicché possa godere anch’Egli di un panorama adeguato alla sua magnificenza, così com’ora appare anche agli occhi di tutte le altre stanze. La quiete palpabile e sacra che scorre per le vaste campagne, la fratellanza famigliare degli abitanti che d’un estremo all’altro della regione si parlano come fossero della stessa madre, la guardia serrata volontaria ch’essi stessi offrono al nostro territorio per compiacere le mire dei nostri antenati, del nostro console, del divino Thalio, queste, miei nobili signori della regione di Plemo, queste sono le nostre imperiture virtù, il nostro tesoro incommensurabile. Queste e nulla più. Non la battitura di nuove vie, non l’apertura dei cieli al traffico di boriosi palloni tintinnanti, non il volgare ciarlare sguaiato dei serpenti di di carrozze, carri e carrelli che anelano a deturpare le nostre orticolture, ad aggrigiare i nostri tarassici e avvelenare i nostri bambini. Vayrless è ferma, puntata, stoica, nel suo evolvere per di dentro. Vayrless è sola e lieta di poterlo affermare con così chiara voce. Sola nella moltitudine caleidoscopica che cura nel suo abbraccio sicuro. Vayrless è in gioia e pace con il dio Thalio, il nostro dio delle arti e delle venti stanze, poiché Egli ha fatto prosperare Vayrless incorniciandola di incantevoli regioni che ne hanno sempre saputo apprezzare e rispettare l’aspetto, il pensiero, e i sogni. Di questo, a nome di Vayrless e di ogni antico legame al dio Thalio ch’ancora pervade le nostre membra, vi voglio ringraziare, confidando nel vostro saggio giudizio, nel peso delle parole qui dette per la settima volta, che la voce del popolo di Vayrless non cesserà mai di esporre con rinnovati orgoglio e tenacia.» Così tuonava nel silenzio dell’arena il saggio Drew, dal suo piccolo podio in legno pregiato dal quale, con passo graziato, scese per settarsi nuovamente tra le file delle rappresentanze della regione di Vayrless.

[Continua]

Vayrless, 1145 dEx


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