Dystoria (b)

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Colla delicatezza ch’era solito riservare agli esemplari più pregiati, voltò la pagina che per prima gli si mostrava davanti, consumata dall’attrito con le macerie della biblioteca distrutta. Appesa quasi per magia alla rilegatura, ora questa sventolava leggera giù dalla sua mano, lasciando che gli occhi di Marcus si posassero sulla pagina dopo. Una calligrafia sbiadita e irregolare ne riempiva completamente la superficie, in un roveto di gradazioni di grigio sporcate qua e là da una rimanenza di sabbia fine. Alcune lettere – Marcus immaginò quelle dei nomi propri – erano grandi e arzigogolate, estese fin sopra le frasi del rigo precedente. “Immaginò” poiché non riusciva a decifrare una singola parola. Scorse con un dito lungo ogni riga della pagina, con lo sguardo confuso, la bocca ancora semiaperta per lo stupore e lo sforzo precedente. Con molto più vigore, questa volta, voltò anche la pagina incomprensibile, solo per trovarsi davanti agli occhi quella che pareva una gemella della pagina che aveva appena scartato. Senza pensarci due volte, cominciò a scorrere tutte le pagine del piccolo manufatto malridotto. Tutte così. Tutte intrise di inchiostrature scomposte, frasi su frasi su altre frasi, tutte incomprensibili, lettere sempre più strane ogni volta che Marcus si soffermava per estrapolarne una parvenza di senso. Un frettoloso sbatter d’ali in lontananza riportò la sua attenzione sul mondo intorno, sulle luci ormai esili che si frangevano scomposte sulle altre pile di detriti, sulle sue membra acciaccate ora anche appena infreddolite. Marcus si tolse lo zaino dalle spalle e frugò in una tasca laterale, ne estrasse una palla di tessuto scuro e la srotolò. Il libro appena dissotterrato, adesso, giaceva nel mezzo di un piccolo lenzuolo di pelle di vacca. Marcus lo impacchettò con cura e ripose il tutto nello zaino, poggiandolo sugli altri pochi libri che teneva all’interno di questo. Rimessosi lo zaino in spalla si alzò in piedi e parve studiare il cumulo di sabbia che poco prima gli aveva regalato un manoscritto incomprensibile. Si mise nuovamente carponi e le sue mani affondarono nella sabbia.

[Continua]



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