Cronache da Ficogramo #2

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Ad aprirmi la porta fu la madre, Giuseppina, che mi squadrò benbene dalle scarpe alla cinta prima di esalare un grugnito intriso di disapprovazione che mi confuse non poco, costringendomi a spostare il mio sguardo sulle mie calzature, per valutare se fossero meritevoli di quel verso animalesco. Effettivamente calzavo stivaletti color senape, di poco stonati col mio completo grigio topo. Le domandai se la mia pupilla fosse presente e disponibile ad un’improvvisato giorno di allenamento ed escursioni e già mi rassegnavo al graffiante responso negativo che mi avrebbe appioppato, scaraventandomi davanti agli occhi anche lo spesso legno della porta di casa. Invece, con la grazia e delicatezza d’un gorilla puzecchiato da un forcone rovente, Giuseppina strillò il nome di Rigoberta come se ella si trovasse in un’altra nazione. Rigoberta si palesò di corsa addobbata con vestiti casuali che mi fecero riconsiderare la poca armonia dei miei abbinamenti. La madre la squadrò ancor peggio di come aveva fatto con me poco prima, si voltò e ci lasciò soli sull’uscio di casa. Rigoberta fu ben entusiasta di accettare la mia proposta giornaliera e corse a indossare tutto il necessario. Io attesi ancora qualche minuto sul basso gradino di fronte all’ingresso, giocherellando appena con un sassolino eremita in balia della punta dei miei stivaletti. Rigoberta salutò la madre che si premurò di urlarle di non fare troppo tardi per non perdersi il succulento pastrocchio di avanzi del giorno prima scaldati a dovere per cena. Rigoberta annuì sarcasticamente ma lo notai solo io. La mia allieva indossava il suo completo d’avventuriera con stivaletti ben stretti fino a metà polpaccio, un cinturone di pelle che faceva pendere alcuni strumentini utili, un fodero per lo spadino d’addestramento, uno zaino capiente ben fissato alla schiena e un inutile berrettino che scomodava appena il testone riccioluto della ragazzina. Con un enorme sorriso mi comunicò di essere pronta a incamminarsi. Chiudemmo la porta proprio mentre i primi aromi di agnello e cozze cominciavano a farsi largo brutalmente nelle nostre narici.



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