diVagazioni: “Candelieri”

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Lo ch’ho qui ‘n fronte, sappi,
Fra ‘l nidor deserto d’ieri
E ‘l ciarlar vanente de’ tacchi,
È un desco de’ soliti pensieri
Che rimescio cada mane
Al lumìno serio de’ ceri
Ch’ancor lasso colare
Dal lato ov’addietro eri
E graffio carte, muri, pelle
E ‘sì urlo meco volentieri
E ‘ncora pitto bolle e stelle
Sui cieli che lassasti neri
E vacuo, bieco, quest’autunno
Poggia meco su i pomeri
Ov’or, settato, poeto attento
Al lume tristo di candelieri.



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