Il Diario delle Vanvere Terapeutiche #275

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30/03/1924 – Ore 07:17  – #275

Il signor Watson, ieri sera, m’ha recapitato una missiva da parte di Juliet. Pare che vi siano sviluppi sulle sue migrazioni lavorative ma non vi sono dettagli riguardo e conto di dimandare delucidazioni il prima possibile. Juliet si occupa della gestione di un’intera fabbrica di materiali tessili, principalmente destinati ai rivenditori sartoriali dei paesi e, per quanto ne riesco a estrapolare ogni volta dai suoi resoconti, par essere impareggiabile nel suo ruolo. Tuttavia, la recente instabilità economica di codesto mercato, esacerbata dallo sbocciare dei competitori in ogni parte della Britannia, sta compromettendo la fruttuosità dell’azienda ov’ella sta tentando di fiorire ancor di più, la Seggs Co., una delle compagnie più storiche e salde delle contee centrali dell’intera nazione. D’ogni modo, tornerò sull’argomento non appena riceverò aggiornamenti riguardo. Oi mi recherò in Naught Port e Greenrice per completare l’ultime urgenze rimaste ‘n questa settimana prima di concedermi un sol dì di reposo dimani, ove conto di precisare molte archiviazioni burocratiche e finanziarie com’ogni fine del mese. La giornata dinnanzi par piuttosto faticosa e tenterò di preservare più energie possibili per non rivare presso April Street come ieri e lassarmi ammuffire sulla poltrona invece di perseguire le mie mire diarie nell’altri progetti pendenti. L’azione ch’attuerò oggi sarà la di tornare più spesso su queste paginette per testare i livelli di auto-motivazione che scaturiscono da un costante memento di lo ch’ho da completare perfino nel tardo meriggio. Inoltre, sto pensando, come già scritto ‘n precedenza ‘n qualche giorno addietro, d’implementare la cronaca dell’avvenimenti cotidiani con alcune riflessioni di natura più personale e riflessiva, casi astratta se volliamo, un poco perché percepisco la bisogna di frontare alcuni ragionamenti incrostati alle pareti della mente e un poco per continuare ad allenarmi nel processo di scrittura, attività ch’un dì vorrei fosse l’unica mia forma di sostentamento. L’ultimo punto pare una castroneria or che l’ho resa tangibile sul foglio. Tuttavia, non è così ch’ogni scrittore che consumo cotidianamente ha iniziato?

Ore 15:43

Smemorato d’un Arthur; mi son del tutto dimenticato di portar meco la mia agendicola, oi, ne’ mie’ viaggi pe’ le contee ‘sicché ‘l mio proposito di pormi a scrivere più frequentemente s’ha spento ‘ncor prima di cominciare. Poco male. Mi tufferò ne’ prossimi giorni ‘n quest’attività. Tuttavia, è stato un dì molto fruttuoso, oi, fino a ora: la mane ha cominciato da Orreads per poi spostarsi a Threeks e Naught Port. Non sto a tediare questi fogli colla descrizione di tutte le solite attività di monitoraggio inventariale che solgo effettuare poiché mi par d’averne già parlato abbastanza. Se vi sarà ‘l caso, irò nel dettaglio in futuro. A Naught Port mi son concesso anche un celere desino presso la solita locanda che frequento ne’ giorni d’obbligazioni in loco e, casi ancor ciancicando, son rivato a Greenrice col primo convoglio disponibile. Pure ‘n Greenrice nulla di particolare o insolito di che segnalare visto l’urgenze ormai ritrite e automatiche che mi trovo a ottemperare. Aveo meco un singolo foglietto e una matita di grafite e, nella scorrer de’ campi d’in fuori dell’oblatura della carrozza, mi son signato molti spunti riguardo le mie attività parallele esterne dell’impiego diario. Non mi capita ‘sì spesso d’aver di che appuntarmi durante i mie’ viaggi pe’ lavoro, eccezion fatta pe’ queste vanvere ch’assiduamente tento d’aggiornare. Eppure, oi, quissà pe’ l’insolita motivazione intraprendente nel completare tutte l’urgenze assegnatemi, s’ha appicciato un qualché perfino riguardo l’altre cose mie. Ben venga, diamine, ch’or che finalmente son in April Street, debbo copiarle da qualche parte sin perderle per sempre tra i meandri del cotidiano frenetico. Oi leggevo, dondolato dal vagone, alcuni testi sparuti collezionati nel mio borsone, riguardanti l’esplorazione dell’emozioni umane; l’autore credo sia Johnatan Havery, non ne sono sicuro, il brano non era sottofirmato, e si disperdeva in varie metafore prima di giungere a lo che pareva essere una cronistoria di fatti realmente occorsi per poi scivolare sul punto che voleva far passare. Di tutto questo, solo una breve frase mi s’è ‘ncollata addosso e pare non mollarmi finché non l’esorcizzi in queste paginette. Ei dice che “Casa è quel posto ove se non vi sei, l’altri lo notano”. Ho parafrasato poiché non ne ricordo esattamente l’ordine scritto. E mi son trovato a pensar meco, per molto, nel ronzio grigio della locomotiva che scorreva per le contee, che s’ì non tornassi in Lylcoin, s’ì non fossi tornato ‘n April Street, s’ì lassassi la contea di Bolinthos, quanti giorni, quante settimane quissà, passerebbero prima che la mia assenza sia nota? Per vero, s’ì non mi presentassi all’appuntamenti coll’impiego presso le fabbriche o presso la sede della Fox Reprise, avrei individui che verrebbero a cercarmi ma, tuttavia, scisso ‘l discorso dell’impiego, chi lasso ‘n questo cunicolo di cartacce e penombra che m’ostino a chiamar casa? Quissà, rivar a tali congetture o epifanie qualsivoglia è solo conseguenza del mio fare, ben so, poiché niuno se non il sottoscritto pote ser cagione del mio isolamento sociale ‘sì assiduo. Eppure son consapevole de’ benefici ch’il mio eremitaggio ossessivo consegna dì per dì. Ma la controparte ch’ignoro, l’inclusione sociale, le ciarle di nulla, l’affetti sinceri e fasulli, le cortesie e ‘l volgo più o meno banale, ecco, potrebbe apportar ‘sì tanti benefici, per chiaro di natura diversa? Che milliaia de’ pessimi giorni addietro ch’ho sopportato sian cagionati dall’introversione istintiva che vesto cotidianamente? Mi metto ‘n dubbio sin vergogna, in questo momento, poiché ben so che farsi le domande corrette, sovente, è più importante ch’aver le risposte errate. Vi sarebbe di che scriverne per anni or ch’ho spalancato codesta porta. Ora vo’. Anzi. Oi m’è capitata per la testa Stella Crossturn. Credo sian quindici anni che non la vedo. Vai a capire come funziona la memoria.



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