TESTO
Fai finta che in fondo sia stato solo un sogno
E che il mondo si sia fermato solo qualche secondo
E che scemo son stato a pensare che un bacio
Rubato in un parco curasse il passato.
E tu fai finta che in fondo sia soltanto il tramonto
A tentennare irrisolto sopra il nostro sconforto
Ed io morto per sbaglio, per colpa o per fato
Ho distrutto il miraggio ch’avevam disegnato.
Fai finta sia il giorno che ogni brutto ricordo
Sfuma via tra un accordo e un bicchiere di Porto
E lo stronzo che amavi sia soltanto un abbaglio,
Solo un viaggio, due mani sfioratesi un maggio;
Ho già dimenticato che m’hai dimenticato;
Che fai ora che ‘l fato par t’ascolti davvero?
Ma è vero ch’è stato un disastro, un errore?
O l’impero d’amore ch’è stato era vero?
Ma è una sberla tra i denti alle idi di luglio
Ed è una merda la sera tra i pugni sul muro
E il digiuno, il saluto del nero del cielo
Sprecato in un grido tatuato su un dito;
Ma è uno schiaffo sul viso il coraggio sbiadito
E’ uno schifo anche il vino ch’hai dimenticato
Su un ripiano del frigo, tra un lime ammuffito
E un piattino di rime, promesse e destino
E scrivo e riscrivo per sentirti vicino
E non vivo, è soltanto un continuo raggiro
E non piango e mi vanto del mio eterno castigo,
Io un omino spaurito, un diario, un cretino.
Tu fai finta stasera sia ancora primavera
E che queste parole sian soltanto una scusa
Per richiederti scusa se t’ho illusa o rinchiusa
Tra le mura ghiacciate d’una marea di cazzate
E fai finta sia estate, aperitivi e cascate,
Sfumerà anche settembre, tornerà a grandinare
E tu fai finta di niente se mi senti parlare
O imprecare, gridare, bestemmiare alla gente.
S’accende una stella e le mie sigarette
Paion sbarre di cella, farfalle e Nutella,
E un sentore di calla impregnato nel legno
Quanto cazzo sei bella ‘n ogni stupido sogno
Ma è una spranga tra gli occhi alle idi di luglio
Ed è bastarda la notte tra le nocche sul muro
E il digiuno, il saluto del nero del cielo
Sprecato in un grido tatuato su un dito;
Ma è uno schiaffo sul viso il coraggio smarrito
E’ uno schifo anche il cuore ch’ho dimenticato
Su un ripiano in dispensa, tra tarme e condensa
E un piattino di assenza, vergogna e indecenza
E scrivo e riscrivo per sentirti vicino
E non vivo, è abitudine, ormai, il mio capogiro
E non piango e mi vanto del mio eterno castigo,
Io un omino spaurito, un fantasma, un cretino.
Tu fai finta di niente tanto niente è rimasto
Ho una canzone scadente e gli avanzi del pasto:
Una pinta bollente, una moneta di resto
Cioccolato fondente, croissant e rimpianto.
Farò finta di niente forse un giorno lontano
Ma ora conto le assenze aspettandoti invano
E farei finta di niente ma ormai non dormo più
E il caffé sa di niente se non lo metti su tu.
Ma sento come quasi
Una mazzata in fronte alle idi di luglio
Ma che palle il silenzio dal tuo lato del letto
E lo ammetto ho nascosto anche l’ultimo abbraccio
Nel tuo vuoto cassetto e tra le scritte sul braccio
E’ uno schiaffo sul viso il coraggio mai avuto
E’ uno schifo anche il cuore ch’ho dimenticato
Su un ripiano in cantina, tra birre e Aspirina
E una carriola di invidia per quello che cammina con te.


COMMENTO DELL’AUTORE
Penso che questa sia una delle canzoni composte nel minor tempo, visto che l’ho iniziata 6 ore fa (dal momento di pubblicazione di questo articolo). Adoro i torrenti incontrollabili di ispirazione, quando i pochi accordi malfatti che conosco si adagiano senza spintoni sulle frasi che ancora devo scrivere e, anzi, ne inchiostrano le continuazioni e smussano le rime. Ultimamente sto tentando di giocare molto con le rime incatenate all’interno dei versi sebbene credo di non esplorare a fondo il vocabolario quanto vorrei – sarà che sto leggendo un po’ meno in queste settimane. Tuttavia, per vero, anche la ricercatezza aulica deve attendere il suo momento, di tant’in tanto, soprattutto quando il testo è estremamente lungo e ricco di immagini. O perlomeno, questa è la scusa che mi dò. Idi di Luglio è l’ennesima finestra aperta sulla vallata di rammarico e nostalgia, frustrazione e sentimento, passione e sogni, ch’ormai sto esplorando caleidoscopicamente ogni volta che posso, dai toni speranzosi di “Aglais Io“, al cupo pioggerellare rassegnato di “Nel Niente” fino alle realizzazioni (quasi) definitive di “Vani“. Se vi sia altro da narrare in versi su queste peripezie a senso unico, beh, solo la mia intangibile musa può dirmelo oramai.

SPARTITO
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CREDITI
Music and Lyrics by Marco Delrio
CONTACTS
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disclaimer: Gli articoli presenti in questa sezione del blog includono analisi di poesie effettuate dall’intelligenza artificiale. È importante tenere presente che le interpretazioni artistiche e letterarie sono spesso soggettive e possono variare notevolmente da persona a persona. Le analisi fornite dall’intelligenza artificiale sono basate su modelli di linguaggio e dati storici, ma non riflettono necessariamente l’unico o il “vero” significato di una poesia. Le analisi dell’intelligenza artificiale possono offrire prospettive interessanti e nuove su opere letterarie, ma non dovrebbero sostituire l’approccio critico umano o l’interpretazione personale. Si consiglia agli utenti di prendere in considerazione le analisi dell’intelligenza artificiale come un punto di partenza per la riflessione e il dibattito, piuttosto che come un’opinione definitiva. Si prega di ricordare che l’arte, compresa la poesia, è aperta a molteplici interpretazioni e sfumature, e il piacere della sua scoperta deriva spesso dalla libertà di interpretazione personale. Inoltre, l’intelligenza artificiale potrebbe non essere in grado di cogliere completamente l’aspetto emotivo o contestuale di una poesia, il che rende ancora più importante considerare le analisi con una mente aperta e critica.

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