15/03/1924 – Ore 06:23 – #260
Debbo ammetter d’aver dormito per vero ‘n maniera sublime. L’energie che percepisco stamane vorrìa averle lungo l’arco d’ogniddì. For dell’appannate è ancor buio pesto e mi par d’aver già imbastito una splendida giornata che confido di render encomiabile entro l’ora del tramonto. Oi sarà un lungo dì d’impegni e obbligazioni, principalmente nella contea di Naught Port ove per vero non mi paleso da un poco. Sto attendendo anche il telegramma che m’informerà della mia mensilità pecuniaria e, a seguito d’esso, prenderò i provvedimenti necessari per ristabilirmi anche ‘n quell’ambito. Vi son que’ momenti, nevvero, ‘n cui par che nulla possa di fatto arrestarci. Oi mi par d’aver imboccato il canaletto giusto colla mia zatta.
Ore 19:50
Per vero, rileggendo lo ch’ho scritto stamane, non è stata una brutta giornata, al contrario, creo d’aver completato più de lo ch’aveo maginato all’alba. Tuttavia, quissà pe’l mio innato senso d’insoddisfazione, di poco mi scoccia trovarmi ora colle palpebre di piombo a pensare a quanto potrei ancor fare se solo l’energie me lo permettessero. Il dì è iniziato da Orreads ove la Activa Corp del luogo tratta molti dei clienti ch’ho acquisito tramite la Frontprice e il tempo speso didentro non è mai poco. Nulla di complicato, tuttavia, datesi la ripetitività di molte obbligazioni che mi trovo a eseguire nelle quali, oramai, mi capita di spengere ‘l tutto e ir casi per inerzia. Mi son diretto verso Threeks, a seguito, tentando d’esser il più celere possibile poiché aveo un appuntamento programmato all’Activa Corp di Crocquechick, una delle fabbriche addizionatemi quest’anno dalla Kryomont. Vi son giunto ‘n orario e sono stato accolto lietamente dalla responsabile dei combustibili a freddo, la signora Fae Shiredog, un’esemplare molto alto di umano, con lunghi capelli corvini che le pioveano fin sotto le spalle e tratti d’oltreoceano che la rendevano particolarmente ipnotica. La parlantina veloce lassava trapelare l’entusiasmo d’una gioventù celata sotto i segni della fatica. Discorremmo per poco più di dieci minuti e mi son poi congedato promettendole un aggiornamento sulli sviluppi delle prossime attività. Nulla di particolare anche in Naught Port, l’impiego ha scorso sin intoppi e mi son concesso anche un boccone di pasticcio di patate in una piccola locanda di zona. Giunto in casa ho sbricato tutte le faccende possibili prima che ‘l sonno e la fame cominciassero a bussare il più forte possibile e, per vero, non so nemmeno io al momento come fo’ a tener l’occhi aperti. Debbo perlomeno attendere un’altra ora, se mi coricassi orora, dimani sarei desto alle tre. Scribacchiare e sgomitolare la giornata non aiuta, debbo palottolar i polsini e far un qualché di fisico. Vo’.

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